Gian Battista Bozzo
da Roma
Governo italiano e Commissione europea sono entrambi «fiduciosi» in un buon accordo sulla procedura per deficit eccessivo nei confronti del nostro Paese. Il percorso condiviso di rientro dal disavanzo dovrebbe prevedere un ritorno sotto il 3% nel rapporto deficit-Pil alla fine del 2007. Ieri, la portavoce del commissario Ue allEconomia ha detto che Bruxelles «è fiduciosa in un accordo allEcofin» sul caso Italia. «Faccio mie le sue parole; non per cortesia, ma perché so che si tratta di un buon accordo», ribadisce Domenico Siniscalco.
La procedura, spiega Siniscalco, «non è un dramma, ma un percorso concordato, un processo che non deve strangolare leconomia. E rientrare in tre anni è meglio che farlo in un anno solo, ma con una recessione come è accaduto in Portogallo». Quanto alla riduzione dellIrap, il ministro dellEconomia conferma che sarà inserita nella legge finanziaria, dunque entrerà in vigore dal 2006. «Sarà il cuore della prossima finanziaria - dice allassemblea degli industriali modenesi -. Un rinvio di tre mesi che non rappresenta la fine del mondo». Siniscalco promette anche che non toccherà «mai» la spesa sanitaria: «Le risorse disponibili le impiegherò nella sanità, nellinnovazione, nelle opere pubbliche. Saremo duri nel comprimere la spesa corrente, anche locale - aggiunge - e nel reprimere levasione fiscale». Definisce infine «inutile, anzi dannoso» il recente dibattito italiano sulleuro.
Siniscalco appare dunque ottimista sul raggiungimento di una soluzione non traumatica, e dai termini chiari: a) nessuna manovra correttiva nel 2005, che aggraverebbe il rallentamento delleconomia (lo conferma anche leurocommissario Franco Frattini); b) percorso di rientro che dovrebbe concludersi alla fine del 2007 (secondo le regole più elastiche del nuovo Patto di stabilità) e non a fine 2006, come avrebbero richiesto le vecchie regole; c) maggiore impegno dellItalia per la riduzione del rapporto fra debito pubblico e Pil.
Questa «bozza di compromesso» sarà domani allesame della Commissione, che ratificherà la richiesta di procedure nei confronti dellItalia. La decisione politica spetta naturalmente ai ministri finanziari che si riuniranno a Bruxelles l11 e 12 luglio, per la prima volta sotto presidenza di turno britannica. Lintesa Siniscalco-Almunia dovrà dunque essere prima ratificata dal plenum della Commissione e poi dai ministri delle Finanze.
Le scadenze europee influenzano non poco i tempi di presentazione del Dpef. È evidente che raggiungere un deficit inferiore al 3% in un anno o in più anni fa differenza. Ecco perché il ministero dellEconomia ha definito «frutto di fantasia» le cifre circolate nelle scorse ore. Oggi si riunirà il Consiglio dei ministri per approvare il rendiconto generale dello Stato per il 2004 e lassestamento di bilancio per il 2005. Sarà questa loccasione per un primo esame del Documento di programmazione, che però non potrà vedere la luce ancora per qualche tempo, aspettando indicazioni da Bruxelles.
In attesa del Dpef, le ultime stime sul disavanzo pubblico italiano sono quelle della Banca dei regolamenti internazionali: 3,9% del Pil questanno, 4,3% il prossimo a politiche invariate. «Una previsione in linea con le ultime cifre della Banca dItalia», che ipotizzavano circa un 4%, conferma il governatore Antonio Fazio, presente a Basilea allassemblea annuale della Bri.
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