da Roma
Gli Stati europei in deficit, tra questi lItalia, devono profittare della situazione economica favorevole per accelerare la riduzione di deficit e debito, «con una correzione annua di almeno lo 0,5% del pil in termini strutturali». Questa la decisione dei ministri dellEurogruppo, riuniti a Berlino. Lobiettivo finale è il pareggio di bilancio per tutti entro il 2010. Per lItalia tutto questo significa che tre quarti del «tesoretto fiscale» da 10 miliardi va destinato alla riduzione del deficit 2008 (7 miliardi e mezzo rappresentano infatti mezzo punto del nostro prodotto interno lordo). Restano 2,5 miliardi per altri interventi.
«Le entrate inattese devono essere usate in via prioritaria per ridurre il debito - spiega il presidente dellEurogruppo, il lussemburghese Jean-Claude Juncker - ma le entrate strutturali non devono evere tutte la stessa destinazione».
LEuropa non vuole uccidere nessun Paese, nemmeno lItalia, osserva il presidente riferendosi alla frase pronunciata dal premier Prodi qualche giorno fa, «ma è evidente che quando il debito è tanto alto, quella è la priorità: né lItalia né Prodi sono in pericolo».
Gli impegni presi dai ministri finanziari e le parole di Juncker confortano la linea di Tommaso Padoa-Schioppa (tre quarti del tesoretto per il deficit 2008, un quarto per il welfare, pensioni basse e ammortizzatori sociali). «La nostra linea coincide con quanto discusso dallEurogruppo. È la conferma di quanto stiamo facendo», commenta soddisfatto il ministro dellEconomia. Ma le indicazioni europee mettono nei guai il resto della maggioranza, che per le entrate straordinarie ha ben altri obiettivi, a partire dal taglio dellIci sulla prima casa confermato dal vicepremier Francesco Rutelli. Verdi e Rifondazione attaccano: non spetta allUe dare indicazioni su come spendere lextra gettito. Si preannuncia, dunque, una discussione accesa da qui a fine giugno quando il tesoretto sarà impegnato con un decreto legge, una volta approvato lassestamento di bilancio.
La linea Juncker è più morbida di quella di Almunia: il commissario europeo agli Affari economici avrebbe voluto che i Paesi in deficit destinassero tutte le entrate straordinarie al risanamento della finanza pubblica. Di eguale parere il Fmi. Il capomissione per lItalia del Fondo, Alessandro Leipold, sostiene infatti che «il tesoretto va protetto, non consumato, perché se lattuale contesto globale favorevole dovesse mutare, il conto interessi dellItalia ne risentirebbe più di altri».
DallEurogruppo, infine, non è giunta alcuna particolare preoccupazione - almeno in via ufficiale - sullandamento delleuro, molto forte sul dollaro.
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