L’Italia ha dato il 110%, non è bastato per l’oro. A Vienna la Serbia è campione d’Europa di volley, non si era neanche qualificata per la World League di Polonia, ha fatto valere una fisicità strabordante, trascinata anche dal pubblico. Il sestetto di Mauro Berruto si consola con l’argento, una finale sei anni dopo il titolo continentale di Roma riporta attenzione sulla pallavolo che ha perso parecchio come interesse rispetto alla generazione dei fenomeni. L’Italia si aggiudicò l’ultimo mondiale nel ’98, contro la Jugoslavia, mentre un anno fa perse il bronzo contro i serbi. Il loro ultimo alloro fu a Ostrava, nel 2001, sono competitivi anche senza il faro Nikola Grbic, a lungo miglior palleggiatore d’Europa.
Resta il grande spettacolo, l’adrenalina che la Serbia aveva già provato sabato, con una partita sensazionale con la Russia. Meritavano il successo Mastrangelo (13 punti per lui) e Savani (20), unici superstiti del 2005 e anche i più continui, oltre che proiettati verso l’Olimpiade: fra due mesi la coppa del mondo per qualificarsi, l’Italia è competitiva, da podio anche a livello assoluto. Il volley c’è, anche per Londra 2012, anche per l’oro. E’ quello che manca al movimento, solo quello.
Il primo set illude, azzurri avanti 15-11 con Savani e Lasko, già a 5 punti. Più 5 con il muro di Traviça, tiene lontana la Serbia, che ignora Miljkovic. Mastrangelo mette le mani come fosse un airbag, Dragan Traviça finge di palleggiare e toglie le mani disorientando il muro avversario, una giocata da Vermiglio, dimostrazione di personalità che gli vale il premio come palleggiatore, croato fischiato dai serbi. Due ace di Zaytsev e il muro di Savani chiudono rapidamente.
La partita cambia, la Serbia inizia a giocare sul serio, 2-5 e Andrea Bari (miglior libero) è furioso per un tocco non concesso. Due ace di Mastrangelo (6-8), gli uomini dell’Est scappano via, con 3, poi 5 punti. Dominanti a muro, 15-20 su Zaytsev. Entra per un attimo Maruotti, Miljkovic in diagonale fa la voce grossa. Inserito per Birarelli, Buti mette un primo tempo liberatorio, l’errore di Lasko consegna l’uno pari. La battuta dell’Italia è meno efficace, Kovacevic bombarda che è un piacere, la Serbia neanche coinvolge i centrali. Il timore è di una resa scritta, con una brutta rotazione in avvio di terzo parziale, Mastrangelo però sotto rete dà segni che l’Italia è ancora viva, si ristacca (5-8), 7-12 con la schiacciata fuori di Parodi. «E’ il momento di fargli vedere chi siamo – dice coach Berruto in un timeout -, guastiamogli i giochi». Savani mette tre punti di fila, con la battuta di Parodi, 14-15 con il servizio di Mastrangelo, la parità a quota 17 è di Savani. Buti si batte, Parodi è murato (20-22) e poi sbaglia, Savani alimenta la rincorsa, raggiungendo gli avversari a 23. Buti tocca la schiacciata di Kovacevic con un polpastrello, set ball Serbia, la palla di Terzic si arrampica sul nastro e cade nella metà campo azzurra, beffarda. La sorte è rossoblù.
Italia riconcentrata (9-5) in avvio di quarto set, Parodi dà l’11-6, il vantaggio si azzera a quota 13, con tocco fuori di Mastrangelo e una ricezione sbagliata. Sul 17-14 l’ultimo sussulto, Savani però si prende un cartellino giallo che vale un punto. Ace di Nikic festeggiato con le flessioni al centro del parquet, Savani risponde con il +2, ma torniamo sotto, 19-20, con Miljkovic che trapana Buti. Parodi sbaglia la ricezione (-2), si rifà in pallonetto e schiacciata ma poi è murato. Lasko fa 23 pari, Miljkovic sbaglia. Set point Italia, annullato, l’opposto dai capelli bianchi, 32 anni, si regala un matchball e l’mvp. Chiude l’ace di Terzic. L’antropologo Berruto, che dorme quattro ore per notte, per studiare, la prende male: «Uomo di m…», urla, inquadrato, a un avversario.
Aveva già litigato con il predecessore Anastasi sabato, il fairplay esce dalla rete. Il volley ha preso il peggio dal calcio.Finale: Italia-Serbia 1-3 (25-17, 20-25, 23-25, 24-26); terzo posto: Polonia-Russia 3-1.
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