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Carlo, Enrico, Filippo, Alessia, Simone. Nomi che per la Schlein e Conte non significano nulla

Sono gli italiani detenuti nelle prigioni all'estero.Dall'India alla Romania. Dalla Florida alla Thailandia

Carlo, Enrico, Filippo, Alessia, Simone. Nomi che per la Schlein e Conte non significano nulla.

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Carlo, Enrico, Filippo, Alessia, Simone. Nomi che per Schlein e Conte non significano nulla. Sono gli italiani detenuti nelle prigioni all’estero. Dall’India alla Romania. Dalla Florida alla Thailandia. Sono le storie che la sinistra snobba e su cui non costruisce l’opposizione al governo Meloni. Sono 2 mila i casi, come Ilaria Salis, sparsi nel mondo e ignorati dal Pd. L’ultimo dato, aggiornato negli uffici della Farnesina, parla di 2058 italiani detenuti nelle celle di Paesi all’estero al 31 dicembre 2022.

Per quasi tutti non sono previste prime pagine dei quotidiani. Per tutti loro, Conte non chiede informative urgenti all’esecutivo in Parlamento. Per quegli italiani c’è solo il lavoro, silenzioso e lontano dai riflettori, della diplomazia italiana. Dal Pd e M5s solo indifferenza. Filippo Mosca, 29enne di Caltanissetta, da fine aprile è detenuto nel carcere di Porta Alba di Costanza, in Romania, con l'accusa di traffico internazionale di stupefacenti. Per lui nessuna mobilitazione. Niente giornali e tv. In attesa della sentenza nel processo, per ora, l’unica colpa di Filippo è di non essere iscritto al giro di centri sociali e gruppettari della sinistra. La mamma, Ornella, lancia tutta la propria indignazione: «Mio figlio è stanco dopo 9 mesi in una struttura non dignitosa, in condizioni vergognose al di sotto degli standard europei. Filippo è depresso e ha espresso la voglia di farla finita. Filippo vive in condizioni igieniche terribili, le docce sono degli stanzoni dove escono tubi di acqua. Vengono fatti entrare tutti in fila. I bagni sono non sufficienti, sono dei bagni alla turca e sono costretti a pulirli con il bagnoschiuma che comprano allo spaccio, di sicuro non hanno sapone». E poi c’è Chico Forti, che Pd e M5s hanno snobbato anche dai banchi del governo.

Forti è detenuto negli Usa — al Dade Correctional Institution di Florida City, il carcere di massima sicurezza vicino a Miami. L'ex produttore televisivo e velista è stato condannato all'ergastolo perché accusato dell'omicidio di Dale Pike. In alcuni casi, senza indignazione della sinistra, la detenzione è finita con la morte dell’italiano. È la storia di Mariano Pasqualin, morto in una prigione della Repubblica Domenicana, dopo l’arresto. Carlo Parlanti, leccese, detenuto da innocente per 8 anni in un carcere in California. Nel 2013 l’allora premier Enrico Letta (Pd) non mosse un dito dopo l’arresto di 22 italiani (tifosi della Lazio) a Varsavia, tenuti in cella anche il giorno di Natale. Tutti questi casi sono finiti in un libro denuncia - «Le voci del silenzio – Storie di italiani detenuti all’estero», scritto da Fabio Polese e Federico Cenci. Ma la sinistra tace (e ha taciuto) anche sulle storie che hanno avuto esito positivo grazie al governo Meloni. Un esempio è Alessia Piperno, la 33enne riportata a casa dopo 43 giorni in un carcere in Iran.

E poi così via: Zaki, Ilaria De Rosa, arrestata e liberata in Arabia Saudita, e Amina Milo finita in cella in Kazakistan. Storie (non di sinistra) che Schlein e Conte hanno preferito snobbare

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