Daniele Petraroli
La storia dellex Ipab San Michele continua a essere scandita dalle occupazioni. Dopo la prima, Anno Domini 1999, guidata dallallora Dac (Diritto alla casa che di lì a poco avrebbe preso il nome di Action), ne sono seguite innumerevoli. Lo sgombero attuato giovedì scorso, poi, ha avuto come unica conseguenza quella di moltiplicarle. La sera stessa, infatti, i circa duecento moldavi e romeni, alcuni dei quali senza permesso di soggiorno, si sono insediati con tende nellandrone dello stesso stabile. Il giorno dopo una nuova occupazione degli uffici dellIpab in piazza Bompiani. Alla fine la decisione di installarsi, con una vera e propria tendopoli abusiva, di fronte allaltra entrata del palazzo, in piazza Tosti.
Ieri la nuova puntata. Alcune decine di occupanti guidati da Action si sono presentati di primo mattino negli uffici dellassessorato comunale alle Politiche sociali di viale Manzoni. «È necessario che le istituzioni si assumano le proprie responsabilità - le prime parole di Fabio Malinconico del centro sociale La Strada -. Si deve trovare una soluzione». Una volta dentro, capeggiati dallo stesso Nunzio DErme («Questa è una vera e propria occupazione, non un presidio»), hanno cominciato a dettare condizioni. «Abbiamo proposto la messa a disposizione della palazzina Giuliani - ha continuato Malinconico - una struttura dellex Ipab ristrutturata e inutilizzata come centro di accoglienza di secondo livello, siamo disposti per questo a pagare anche un canone sociale». Bontà loro. Quel che sconcerta in tutta la vicenda non è tanto limmediata solidarietà degli esponenti di Rifondazione comunista, il vicepresidente del consiglio provinciale Nando Simeone («mi impegno affinché la Provincia assuma un ruolo importante») e il presidente dellXI municipio Andrea Catarci su tutti. Quanto il fatto che occupanti e Action abbiano ottenuto immediatamente di incontrare in una riunione lassessore comunale alle Politiche sociali Raffaella Milano, quello municipale Gianluca Peciola, il capo di gabinetto di quello regionale agli Affari istituzionali oltre alla direzione dellIpab San Michele. Riunione poi aggiornata a oggi. «Pensiamo a una sistemazione temporanea per sei mesi in una struttura ancora da individuare, probabilmente la palazzina Giuliani dellIpab San Michele - ha rivelato Peciola -. A seguire un programma di inserimento per i 35 nuclei familiari allinterno di strutture di accoglienza di secondo livello. Avremo una risposta domani (oggi, ndr) dalla Regione sulla disponibilità per lindividuazione della struttura che sarà pagata dal Comune di Roma. Comunque crediamo che lunica via per affrontare lemergenza abitativa è la requisizione delle grande proprietà».
«Quello degli occupanti dellIpab San Michele è lennesimo caso di emergenza al di fuori di ogni graduatoria», ha commentato il consigliere comunale Fabrizio Ghera (An).
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