«Faccio il talent ad Amici ma il mio mito è Ray Charles»

Quando toglie l’abito da «vocal coach» (che ha portato tanta fortuna a lui e a nuovi ragazzi di successo come Marco Carta e Alessandra Amoroso), Luca Jurman riprende il suo naturale vestito di pianista e cantante irrimediabilmente «contagiato» dal soul e dai suoni «black» della gloriosa Motown. Jurman è un’artista il cui pubblico si sdoppia per poi unificarsi; c’è chi l’ha conosciuto via Tv come insegnate di Amici. C’è chi ha imparato ad amarlo attraverso la sua musica, quella che esce dal nuovo, doppio cd Live In Blue Note e quella dei concerti, sempre all’insegna del tutto esaurito. Non è una notizia quindi che per i suoi show di stasera e domani, proprio al Blue Note, i biglietti siano esauriti. Ricordiamo le lunghe file all’ingresso del club di via Borsieri per i suoi show degli anni passati. Chi non lo conosce, o lo conosce solo come il maestro che ha difeso, recuperato dall’eliminazione e portato alla vittoria ad Amici (aprendogli la strada a Sanremo e al successo) Marco Carta, lo può scoprire nel suo ruolo preferito, quello del soulman. Il nuovo cd è stato registrato al Blue Note («un sogno», lo ha definito Jurman) e dal Blue Note il cantante-pianista riparte destrutturando e ricostruendo classici come I heard It Through the Grapevine di Marvin Gaye (celeberrima anche una versione rockeggiante dei Creedence Clearwater Revival), che si chiude con un fuoco d’artificio di vocalizzi e virtuosismi vocali; l’emozionante Georgia On My Mind di Ray Charles, rivoluzionando persino i toni reggae di No Woman No Cry, che il pubblico canta sempre con trasporto insieme con lui. Confronti difficili che però lui non teme, anzi. «Sono cresciuto con la musica nera nelle vene. I miei primi amori sono Ray Charles, Otis Redding, Sam Cooke. Quindi prendo i classici e li reinterpreto cercando di metterci qualcosa di mio; concentrandomi nel creare nuovi arrangiamenti senza perdere lo spirito tradizionale dei brani». Il pubblico lo segue; in prevalenza i suoi fan sono giovani, ma anche il «range» dei quarantenni batte il tempo con le mani e applaude caldamente i suoi show dove si intrecciano attualità e nostalgia. «Il mio pubblico è meraviglioso, e in concerto, nell’impatto dal vivo, cerco di dare il meglio e regalare il massimo dell’emozione». Cantante, musicista, arrangiatore, produttore, insegnate di canto anche fuori dal piccolo schermo, Jurman consiglia - a se stesso e agli altri - di non fermarsi mai. «I “talent“ televisivi sono un ottimo veicolo per farsi conoscere, ma i ragazzi non devono cadere nella trappola di sentirsi arrivati. Bisogna continuare a studiare, tenersi aggiornati e costantemente in forma, altrimenti il successo è una macchina che ti stritola o se ne va alla velocità della luce». Per questo, oltre a scrivere brani per un disco futuro, sta preparando un metodo per insegnare canto. «Per cantare bene bisogna affrontare e cercare di risolvere mille problemi, a cominciare - fra i più importanti - dall’alimentazione. Ad esempio il reflusso gastroesofageo è chiamato “malattia dei cantanti”. Per questo bisogna evitare di mangiare pomodoro, non bere caffeina e bibite gassate. Per insegnare ci vuol soprattutto amore per la musica». Anche se in tv è spesso condita da feroci polemiche.

«Non amo litigare, ma mi accaloro quando qualcuno parla di musica lanciando messaggi sbagliati». Ma la tv è una grande ammaliatrice e si dice che Jurman l’anno prossimo passerà da Amici a X Factor: Non so dove sarò, ma sono disponibile ad andare dove ci sia da lavorare per il bene della musica».

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