Controcultura

Faletti e il piacere del brivido in «breve»

Quelle storie brevi gli permettevano di cucire insieme «paura e stupore» e lo facevano sentire vicino sia al mondo dei fumetti che a quello delle canzoni

Faletti e il piacere del brivido in «breve»

Quando venne pubblicata l'antologia Pochi inutili nascondigli Giorgio Faletti mi svelò la sua passione per i racconti. Quelle storie brevi gli permettevano di cucire insieme «paura e stupore» e lo facevano sentire vicino sia al mondo dei fumetti che a quello delle canzoni. L'ospite d'onore e Per conto terzi ora raccolti nel volume L'ospite (Einaudi), ma risalenti al 2005 e al 2008, regalano più di un brivido ai lettori e mostrano la grande capacità di Faletti di giocare con la suspense. Sono due racconti neri, dove humour e terrore vanno a braccetto.

Della prima storia è protagonista il reporter Riccardo Falchi che cerca di vendere alla rivista Scout uno scoop scandalistico. Per pura casualità ha infatti scoperto il luogo ai Caraibi in cui si è rifugiato Walter Celi, sparito misteriosamente dove aver baciato in diretta tv l'avvenente rockstar Vicky Merlino che gli è morta fra le braccia. Falchi lo ha rintracciato grazie a una diapositiva scattata a Guadalupa da sua nipote. Peccato che lo scombinato giornalista abbia sottovalutato sia la situazione sia la giovane Sara. Non sarà casuale il suo sguardo sbigottito tale e quale a quello dell'hillbilly Li'l Abner disegnato da Al Capp quando scoprirà che la ragazza ha avuto una storia con Celi, ma soprattutto quando intuirà che dietro al destino mortale che lega entrambi c'è un misterioso piccolo uomo dal vestito scuro e dal panciotto giallo che ama i Chupa Chups come il detective Kojak. Un omino che curiosamente ricorda da vicino quello descritto da Stephen King e Richard Chizmar ne La scatola di bottoni di Gwendy (2017).

E lo spirito dello scrittore americano è presente anche nella descrizione di Annibale Bertolino, il cattivo soggetto che diventa vittima in «Per conto terzi». Bertolino ha una faccia sgangherata che lo ha fatto soprannominare il Bradipo dai suoi compagni di cella che sostengono assomigli a quello strambo animale nel cartone animato L'era glaciale. Ma non c'è niente di divertente in lui che ha maturato dentro di sé una Voce Cattiva che lo porterebbe a violentare le ragazzine che sbircia mentre si allenano in un campo di pallone.

Il Bradipo pagherà con la vita le sue gesta di criminale e solo il commissario Capuzzo saprà ipotizzare che dietro alla sua morte c'è una mano omicida in una storia raggelante che è un piccolo omaggio al cinema di Alfred Hitchcock e alla letteratura di Patricia Highsmith.

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