da Bergamo
Oriana Fallaci, rinviata a giudizio dal gip del Tribunale di Bergamo per i contenuti del suo ultimo libro La forza della ragione, non ha nessuna intenzione di presentarsi al processo.
«Questo è un processo che mira a creare un caso. Non li degnerò della mia presenza», dice al Foglio Oriana Fallaci, e, in riferimento alle frasi dei suoi scritti contestate dal giudice: «Storpiare il pensiero di una persona è illegittimo. Illecito. Illegale. Criminoso. Vergogna!». Questione di cui ieri ha parlato anche il ministro Castelli durante un incontro della Lega Nord. «La nostra mobilitazione a favore di Oriana Fallaci - ha spiegato il ministro della Giustizia - rappresenta laspetto cruciale di un problema che la Lega Nord ha sollevato fin dallinizio della legislatura: il limite che intercorre fra libertà di espressione e reati».
«Riteniamo - ha proseguito Robero Castelli - che questo limite stia andando pericolosamente in tutta Europa verso la coercizione del libero pensiero. Le nostre proposte risalgono addirittura al giugno del 2001, sempre, purtroppo, inascoltate».
«La questione di Oriana Fallaci - ha aggiunto - riporta allattenzione dellopinione pubblica un problema gravissimo, in un momento nel quale, proprio la settimana prossima, discuteremo presso lUnione europea dei reati di razzismo e xenofobia. Così come è scritta, lipotesi europea sulla questione, fornisce a mio parere strumenti per chi vuole esercitare in maniera illiberale il controllo del pensiero».
Tra le iniziative a sostegno della giornalista, il ministro ha citato la ripresa, alla Camera, dellesame del provvedimento relativo ai reati di opinione, «sul quale tutti erano daccordo ma che era fermo da anni. Adesso - ha rimarcato il ministro - sta ripartendo, anche se noi ci eravamo attivati prima che scoppiasse questo caso. Personalmente da due anni sto tenendo fermo il provvedimento europeo su razzismo e xenofobia: la mia posizione, sul testo così come è scritto oggi, è assolutamente negativa».
Sul contrasto fra la posizione del pubblico ministero, che aveva chiesto larchiviazione del caso Fallaci, e quella del gip, che ne ha disposto la citazione a giudizio con imputazione coatta, Castelli ha concluso: «È fisiologico perché, per come sono queste norme, danno largo spazio allinterpretazione di ciascuno. Tuttavia è un fatto che noi che seguiamo la religione cristiana e abbiamo metabolizzato da secoli i principi di libertà, siamo tolleranti, mentre ci sono religioni assolutamente intolleranti e che ricorrono a questi strumenti per colpire chi non la pensa come loro. E questo è inaccettabile».
Il Carroccio sta con la Fallaci dunque: oltre allincontro con il ministro Castelli lintera giornata di ieri a Bergamo è stata dedicata al caso.
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