La famiglia del Pd suicida si affida al «nemico» Pdl

La famiglia del consigliere regionale del Pd, Maurizio Cevenini, morto suicida a Bologna martedì, ha nominato un legale: il coordinatore cittadino del Pdl. «Eravamo legati da una fraterna amicizia», va ripetendo Paolo Foschini (a destra insieme al «Cev», a sinistra, in una foto di qualche anno fa) a chi vede in questa decisione la riposta della famiglia a un Pd avido dei voti del Cev, ma poco «riconoscente». «Amato dalla gente più che dal suo stesso partito», ripetono i maligni. Nel 2010, la sua candidatura a sindaco, «il sogno di una vita», fu fermata da un’ischemia. Prima aveva dovuto combattere anche contro qualche malcelata resistenza nel Pd e nel mondo coop. Dopo il ritiro, sperava di poter essere eletto presidente del consiglio comunale, ma ci fu un altro niet.

Così, ora, i sospetti sulla scelta di un legale «amico», ma del Pdl, soffiano insinuanti. Una città che ancora non riesce a darsi una ragione per un gesto tanto inspiegabile. Sulla scomparsa di colui che era il politico più amato di Bologna, i cittadini chiedono chiarezza.

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