E ora sull’Expo, nei panni del commissario, si allunga l’ombra di Guido Bertolaso. Il sottosegretario e capo della Protezione civile abituato ad affrontare le missioni impossibili, dall’immondizia di Napoli al terremoto dell’Aquila. E oggi inviato addirittura ad Haiti. L’uomo di cui più si fida il premier Silvio Berlusconi che comincia a guardare con preoccupazione i troppi conflitti e ritardi in cui è rimasta impigliata la macchina organizzativa. Che non si è mossa di molto da quel 31 marzo, il giorno del trionfo su Smirne a Parigi.
Che tra il commissario del governo Letizia Moratti, grande artefice di quella vittoria, e l’amministratore delegato della società che gestisce l’organizzazione Lucio Stanca il rapporto non sia dei più semplici è cosa nota. Entrambi ministri nei governi Berlusconi e personaggi dalla forte personalità, faticano a convivere. Almeno per ora. Anche se in pubblico i due la raccontano in modo diverso. «Con Berlusconi - ha assicurato ieri la Moratti in riferimento a un articolo apparso sul Corriere - non abbiamo parlato né di Stanca, né di Expo». Smentita ufficiale che in realtà, si racconta nei corridoi, era stata richiesta in mattinata con una telefonata partita dalla sede di Expo. A testimonianza di un dissidio ormai insanabile. Fatto confermato dallo stesso Stanca che, durante un brindisi romano tra parlamentari, avrebbe rivelato di attendersi l’arrivo di Bertolaso. E anche ieri l’incontro nella sede della Camera di commercio per la Sessione plenaria inaugurale dei «Tavoli tematici Expo» ha rivelato, al di là dei convenevoli istituzionali, quanto gelo ci sia con la Moratti. «I giornali? Nemmeno li leggo - esorcizza Stanca -. Rappresentano una realtà che io non riscontro. Stiamo lavorando tantissimo e siamo in una fase di programmazione. Nonostante questo apri i quotidiani e leggi cose che non si sa da dove arrivino. Forse da Marte. Bertolaso? Non ne so nulla. Ma mi sembra strano che si possa usare la Protezione civile per l’Expo».
Il supermanager Bruno Ermolli, uomo di fiducia di Berlusconi, tenta di sbrogliare anche questo groppo. «Se ogni volta andiamo a finire sui giornali dicendo che c’è un dissidio - le parole del presidente di Promos - di strada ne facciamo poca. Gli screzi? Anch’io posso criticare un mio collaboratore. Ma, se è un mio collaboratore, resta sempre una persona di mia fiducia». Ma chi comanda e chi collabora? «Se la Moratti è il commissario del governo - taglia corto Ermolli - siamo tutti suoi collaboratori». Ma poi si torna a parlare di Expo. E «dei Tavoli tematici che le metteranno la sciolina». Come a dire che proprio dal mondo dell’impresa arriveranno progetti e suggerimenti. Con la «politica che si è finalmente resa conto di questa grande opportunità ed è finalmente pronta a fare un passo indietro. Lasciando lavorare chi è stato chiamato a lavorare». Messaggio chiaro.
Dalla sala, intanto, sciama tutto il bel mondo dell’imprenditoria. Banchieri, costruttori di infrastrutture, uomini della cultura e della finanza. Corrado Passera presidente di Intesa San Paolo e Alessandro Profumo di Unicredit, quello di Vodafone Pietro Guindani e l’ad di Fonsai Fausto Marchionni, il presidente di Bpm Massimo Ponzellini e quello di Sea Giuseppe Bonomi. «La coda della crisi - riflette il presidente della Camera di commercio Carlo Sangalli - fa sentire il suo peso, ma il mondo delle imprese è ancora disposto a credere nell’Expo».
«I soldi? Non bastano mai - assicura Ermolli - Ma i progetti buoni sapranno trovare i loro finanziamenti. Quelli cattivi no». E domani il cda Expo in cui si tornerà a litigare sui compensi di Stanca e dei suoi manager.
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