(...) era nell'area già dalle prime ore del mattino: attesa per l'inizio del consiglio e tutti in cerchio per tentare... di far quadrato. Il risultato più che geometrico invece è stato decisamente astratto e fumoso, con il consigliere di rifondazione Vincenzo Nesci che inveisce con chi non vuole approvare la sua proposta di favorire l'utilizzazione del farmaco Bedrocan e di sostenere una disciplina legislativa per la sperimentazione terapeutica della cannabis. Dall'altra parte gli esponenti della Margherita, nuovamente divisi, tra chi, come Claudio Gustavano addirittura firma la proposta di Nesci e chi, come Rosario Monteleone, tenta di evitare l'ennesima plateale figuraccia. Perfino il suo compagno di partito, Massimiliano Costa, ultimamente non certo avvezzo a schierarsi dalla parte dei moderati, questa volta sembra dargli ragione.
E i momenti di attesa per l'inizio della discussione in aula sono davvero concitati: Monteleone invita Nesci a fare un passo indietro, evitando così di mettere la Margherita e la maggioranza nuovamente in difficoltà. Nesci tenta di provocare: «chiederò a chi è contrario se ha intenzione di negare la morfina ai malati terminali». Intanto rimbombano le divisioni tra chi dice sì e chi no. L'assessore alla sanità Claudio Montaldo è pronto a votar sì, mentre Luigi Patrone, di Gente di Liguria, ammette di trovarsi in «grossa difficoltà».
E così, nel pieno della confusione, tutti in aula, con una maggioranza seduta e fresca del ricordo di ciò che successe appena una settimana fa, quando al momento della votazione per approvare le narcosale, in aula venne a mancare il numero legale a causa di un provvidenziale, quanto imbarazzante fuggi fuggi. E visto che prevenire è meglio che curare, questa volta, ecco arrivare in anticipo il colpo di scena.
Votano sì? Votano no? Nessuno dei due, perchè Michele Boffa si gioca l'ultimo petalo della sua margherita: «chiedo di rinviare la discussione alla commissione competente per cercare di raccogliere tutti i pareri scientifici necessari per esprimere una valutazione che oggi, correrebbe il rischio di essere un po' ideologica». Dall'opposizione Gianni Plinio apostrofa l'intervento come «la saggezza del vigile del fuoco» e Nesci, spiazzato, chiede al presidente Ronzitti cinque minuti di sospensione per permettere un confronto interno nella maggioranza. E così sia. Aula dunque vuota e trepida attesa, assai più lunga di cinque minuti, finchè alle 10.55 la campanella richiama all'ordine e alla votazione. Ma nessuno arriva. Il presidente Ronzitti minaccia: «Ora faccio votare anche se non si presenta neppure il primo firmatario!» Il diessino Ubaldo Benvenuti perde tempo: «presidente, glielo chiedo io di aspettare...». Nel mentre, di corsa, arrivano tutti gli uomini del «conclave». Ma in retromarcia. Nesci accetta la proposta e rinvia tutto in seconda commissione, a patto che, sulla questione, si ritorni in aula entro 15 giorni.
Dall'opposizione partono non poche critiche e Plinio si fa sentire: «È una retromarcia volgare, con la funzione di mascherare le insanabili e profonde divisioni della maggioranza. Che la smettano di scaricare tutto su una commissione che in questi giorni deve già lavorare su temi importanti, quando, tuttalpiù servirebbe un parere di un comitato scientifico di alto rango a livello nazionale». E in effetti un parere sull'utilità del Bedrocam, è gia stato chiesto, e una lettera del direttore generale del ministero della Sanità ha espresso il parere contrario. Forse anche per questo, sebbene in altre regioni, come nel Lazio, questa sperimentazione sia stata approvata, la Margherita, in altre regioni, si è schierata compatta per il no.
Ma la mattina è lunga e c'è tempo perfino per trovare unità d'intenti tra i due schieramenti.
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