Il fascio-socialista che tifava per la globalizzazione aliena

Fra Pierre Drieu La Rochelle (1893-1945) e la fantascienza corre la stessa distanza che separa Marcel Proust dal «giallo» o Victor Hugo dal minimalismo. Ma soltanto se per «fantascienza» intendiamo quel particolarissimo genere letterario che, appunto, applica la fantasia alla scienza, vale a dire usa la leva della seconda per sollevare e proiettare la prima verso altri mondi dove possa esercitarsi in assoluta libertà. Nel racconto Vietato uscire, tuttavia, la forma fantascientifica viene impiegata da Drieu La Rochelle per esprimere, con modalità narrative a lui estranee, quello che fu il «suo» tema dominante: la decadenza e la fine incipiente dell’umanità. Il racconto, pubblicato per la prima volta in Francia nel luglio 1930 sul numero 6 della rivista Bifur, ci porta in un futuro tutt’altro che remoto: l’anno 1963. Più che un ardito balzo verso l’incognito, quindi, un timido passettino lungo la linea della storia.
Questa specie di apologo, dal tono più triste che apocalittico, incentrato sulla diatriba fra quelli che potremmo chiamare i progressisti della ricerca verso l’Altrove e i conservatori della chiusura nel Quaggiù, offre a Drieu La Rochelle l’opportunità di (come afferma il traduttore e curatore Massimo Del Pizzo, docente di Letteratura francese moderna e contemporanea all’Università di Bari) «portare acqua al proprio mulino per mezzo di un cliché consolidato. Il racconto s’inserisce nella linea del «catastrofismo strisciante» nato dalla crisi della ragione a seguito del terremoto di Lisbona nel 1755, e poi dell’esplosione del Krakatoa nel 1883 e ancora del terremoto di Messina nel 1908. In questo filone rientra, a esempio, L’eterno Adamo di Verne. E della linea post-verniana fa parte anche Rosny Aîné, alimentando quella che Carlo Pagetti definisce «vocazione apocalittica della fantascienza». E il gioco fantascientifico dell’«anticipazione» è un classico almeno dal Settecento».


Non è difficile indovinare, leggendo tale «escursione spaziale» dell’autore di Gilles e Fuoco fatuo, una certa simpatia del fascio-socialista per i progressisti, cioè per chi predilige la sfida interstellare finalizzata a una palingenesi del genere umano piuttosto che la chiusura in una Terra sempre più provinciale. E così possiamo intravedere, nell’insospettabile Drieu La Rochelle, alcuni barlumi di globalizzazione di natura aliena...

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