La favola di Federica: adesso è proprio una ragazza d’oro

RomaLa mano sul cuore è la mano di tutti. Suona l’inno e la mano sta là, dove vuole che stia. Accompagna occhioni scuri e sereni. Federica Pellegrini sembra più piccola della sua grandezza. Dirà: «Voglio che tutti sappiano quanto mi sento italiana e quanto ne sono fiera». Ha sventolato il suo credo lassù sul podio, in un oceano di sensazioni. I capelli stavolta incorniciavano un volto da ragazzina, quella che, appena risbucata dall’apnea di 200 metri filati in un lampo, si è messa la mano sulla bocca e ha esclamato: «Mamma mia, cosa ho fatto!». Federica è un’italiana vera. Mamma mia è il nostro motto: nella storia e nella vita. Ma oggi è campionessa, regina del mondo: una macchina da guerra in acqua, una ragazza finalmente svelata nell’intimo dei sentimenti.
Ci sono voluti un altro oro e un altro record per parlare delle sue paure («Prima di partire porto il pugno al cuore e la mano alla testa per ricordarmi che si vince con l’uno e l’altra»), ma pure del suo orgoglio. «Dieci primati prima di aver compiuto 21 anni: ne vado fiera». Ha raccontato in acqua quanto sa fare: vincere un mondiale così, in testa alla seconda vasca, schiacciando le avversarie sotto un record dalle proporzioni sovrumane, è qualcosa che non si cancella più. «Indimenticabile. Nessuno nella storia ha battuto gli avversari con un margine così ampio: due secondi. Ed io ho esaurito tutte le mie lacrime», racconta Alberto Castagnetti, che usa il bastone, ma quando vede le imprese si scioglie. Lui e lei avevano provato il solito giochino: lui scrive il tempo, lei scommette su se stessa. Castagnetti ha scritto: 1’53”04. Lei ha chiuso in 1’52”98. «Pazzesco, ho sorpreso anche me stessa. Non credevo di poter andare così forte. Sembrano tempi quasi da uomini. Vero che mi alleno con loro, ma non li batto. E faccio un lavoro massacrante. Però mi sto avvicinando e mi vien da sorridere nel dirlo».
Castagnetti allunga il sorriso di tutti: «Eppure vi garantisco che lei è una donna...». C’era una volta il nuoto con le donne cannone della Ddr. Oggi c’è una cannonata di campionessa. Vero, i costumi aiutano («Meglio tornare indietro, farà bene al nuoto. Eppoi ci spacchiamo anche le dita per infilarli»), ma bisogna saper filare. Dietro ad una vittoria c’è sofferenza, passione, tensione. Questo successo passa ancora attraverso l’amore di mamma. C’è il tempo e la voglia per raccontare qualcosa di personale: «Ieri sera ero tesa, in questi periodi il mio stomaco si chiude, perdo sempre 2-3 kg. Non ho mangiato, sono andata a letto e la pancia ha cominciato a brontolare. Allora ho telefonato alla mamma: per favore portami una pizza. E lei è arrivata!». No, non è la stessa che ti guarda dalle ultime riviste patinate, magari d’oro vestita. Non è la tigrotta che graffia quando i conti non le quadrano. Non è la ragazza che insegue fama e occasioni, sponsor e spot, tacchi a spillo e tutto quanto fa cult. Ha sbriciolato muri e record, ora ha incrinato un poco del suo SuperIo. «Avevo scommesso con me stessa: il premio era aver consapevolezza di quel che sono». Ce l’ha fatta. Straordinaria campionessa anche nella spocchia. Racconta come si vede. Grande? Magari la più grande italiana di sempre? Appunto. «Senza falsa modestia pensavo non ci fossero più dubbi. Ho un oro olimpico, due ori mondiali, 10 record».
Federica è una ragazza del nostro tempo che travasa in vasca emozioni e tensioni, voglie e paturnie. Fra qualche anno andremo a cercarla nei libri della storia e vi ritroveremo i tempi stratosferici, le medaglie, i record. Penseremo: nei 200 era un Phelps, nei 400 una lottatrice. Conferma: «Nei 400 speravo solo di vincere. Nei 200 ho grande sicurezza, è la mia gara».
No, non potremo più dimenticarla. Ha stregato anche Roma. Ieri le tribune facevano proprio un bel colpo d’occhio. Lei ha corrisposto regalando spettacolo ed emozioni. Campeggiava un grande striscione: Fede 8° re di Roma. Non a torto. «Spero duri in eterno». È un’idea ma pure un ritornello per dirsi che ora è il momento di sparire. «Farò solo la staffetta 4x200. Poi vacanza in Italia. Andrò negli Usa per stare un po’ lontano. Anche dalla popolarità che non so immaginare. Ma non snobbo, non lascerò mai questo Paese». Intanto s’è fatta largo tra le immortali.

Solo tre donne hanno conquistato 200 e 400 sl. nello stesso mondiale: l’americana Shirley Babashoff (1975), la tedesca est Friedrich (1986) e Laure Manaudou (2007), la grande rivale di ogni storia sua: nel nuoto e nella vita. Ora l’ha proprio cancellata in tutto.

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