La strada è quella giusta: lo dicono i numeri, lo conferma lanticipo con cui si stanno bruciando le tappe, lallontanarsi in fretta da quellimmagine-simbolo di dissolvimento dellautomobile Usa. Sulla rigenerata Chrysler, Sergio Marchionne continua a ricordare «lo straordinario lavoro che si prospetta davanti a noi», a predicare «rigore, massima disciplina e focalizzazione sugli obiettivi» e a considerare il 2010 come un anno «di transizione e di stabilizzazione»; ma ieri, durante la conference call per la presentazione dei risultati tra aprile e giugno, lad di Fiat e del gruppo di Detroit non ha nascosto la propria soddisfazione.
Che le cose si stiano mettendo bene, è evidente anche dalla ribadita intenzione di riportare Chrysler a Wall Street, con unIpo che potrebbe essere «un evento del 2011». Dalla disfatta alla riscossa in meno di tre anni, insomma. Con una rifondazione resa emblematica dal successo della New Jeep Grand Cherokee, «70.000 ordini per una vettura» concentrato «di alta qualità e avanzata tecnologia per tutto il gruppo». Mentre Fiat è al lavoro per alzare la propria quota nel gruppo Usa dallattuale 20 al 35% («Tutto procede come atteso»), Marchionne fa di conto: per annunciare agli analisti che «è matematicamente impossibile» non rivedere al rialzo i target 2010 e spiegare come Chrysler potrebbe essere «significativamente in anticipo» rispetto al piano annunciato lo scorso novembre.
Dallandamento del secondo trimestre, il manager italo-canadese trae gli auspici perché il prossimo anno possa portare a un «significativo miglioramento» del gruppo. Archiviare il 2010 con vendite tra 1,6 e 1,65 milioni di veicoli rappresenta un livello chiave per raggiungere gli obiettivi finanziari dellanno, mentre landamento dellutile operativo nella seconda parte dellanno sarà cruciale per la quotazione. «Il primo semestre - ha detto Marchionne - si è chiuso con un utile operativo di 326 milioni di dollari. Si tratta di numeri importanti». Tra aprile e giugno il risultato di gestione è stato pari a 183 milioni (+28% rispetto al trimestre), un risultato che ha consentito di ridurre la perdita netta a 172 milioni (197 milioni il rosso dei primi tre mesi), mentre i ricavi sono aumentati dell8,2% a 10,5 miliardi. A fine giugno, la disponibilità di cassa è incrementata a 7,8 miliardi grazie al contributo positivo del cash flow del secondo trimestre di 474 milioni di dollari. La liquidità risulta quindi ulteriormente rafforzata sopra i 10 miliardi e lindebitamento netto industriale è stato ridotto a 3,4 miliardi.
Cifre dunque positive, anche se in Borsa Fiat ha chiuso la seduta sfiorando un ribasso del 2%.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.