Fede e gli amici veri: «Berlusconi, Briatore e pochissimi altri»

Il direttore del Tg4 si scopre nostalgico e sentimentale nel suo ultimo libro: «La mia fortuna? I guai vissuti con Flavio che mi hanno portato da Silvio»

Guido Mattioni

da Milano

È un giorno imprecisato del 2007 prossimo venturo, sono le 19,15 ed Emilio Fede sta conducendo, come ogni sera, il «suo» Tg4. Gli passano un flash di agenzia. Quattro parole: «Caduto il governo Prodi». Il resto seguirà.
Lei che fa, direttore, si limita a dare la notizia e trattiene la gioia per sfogarla in un fuori onda da Striscia la Notizia?
«Do la notizia, poi leggo la data e commento in diretta: “Ma non poteva succedere prima?”».
Inutile, di Emilio Fede ce n’è uno solo, inimitabile, che Silvio ce l’ha dato e guai a chi ce lo tocca. Un fenomeno naturale tanto simile a quell’Etna, siculo quanto lui, che da sempre ribolle, schizza lapilli e minaccia. Ma senza fare mai del male, né l’Etna né lui. Nemmeno quando arriva in libreria, come fa ora, con il suo «Fuori onda»: 118 pagine per parlare dei tanti che ha conosciuto da vicino - da Karol Wojtyla ad Hailé Selassié - ma anche molto di sé.
Iniziamo dalla dedica: a chi è in cerca di un’àncora per non andare alla deriva. Qual è la sua? Forse sua moglie Diana?
«Giusto, anche se non so se lei accetti di fare l’àncora. Certo io l’ho trascurata, non come sentimento, ma come presenza, con il poco tempo che le ho riservato per dedicarmi al lavoro. Comunque, con quella dedica ho voluto lanciare un messaggio a chi ritiene che la solitudine sia una tragedia...».
Invece, per Emilio Fede che cos’è?
«È quella situazione in cui, a tu per tu con te stesso, puoi ricreare il passato, ritornare a rivivere i momenti più belli. Io non sono mai stato solo, mi hanno fatto tanta compagnia le cose che ho fatto e vissuto, nel bene e nel male».
Quindi, il suo messaggio?
«Ritrovare in se stessi tutto ciò che fa compagnia. E per riuscirci non occorre essere Emilio Fede. Basta un passato vero, vissuto, e non un fantasma del passato».
Lei si chiede anche «chi sono e cosa voglio». Bella domanda, molto giovanile.
«Grazie, ma c'è anche un altro passaggio che mi è caro, quello in cui dico che rincorro me stesso, ma senza riuscire mai a raggiungermi».
Nel senso che...?
«Che il giorno in cui mi raggiungessi non avrei più nulla da rincorrere, da guardare avanti. Fine».
Lei scrive di aver avuto fortuna anni fa a incappare in un guaio giudiziario insieme a Flavio Briatore. Perché lasciò la Rai, non fece il pensionato e proprio allora conobbe il Cavaliere. Anche Berlusconi è un’àncora?
«Berlusconi è “l'àncora”. Perché per me che credo nell’amore, l’àncora è la famiglia. E con ciò non intendo solo moglie e figli, ma quel tanto di bene, compresi gli amici veri, dove puoi ritrovare l’aiuto psicologico, il conforto nei momenti di malinconia... E Berlusconi è la famiglia, è il più grande affetto che ho».
Restiamo al Cavaliere. In alcune pagine sembra quasi deluso, amareggiato. Uno che pensa a un’isola lontana.
«No, Berlusconi non fuggirà mai in un luogo lontano. Quello forse è il suo sogno, pensando a posti come le Bermudas o Antigua, dove ha casa e dove non torna da tanti anni. E quindi dice: “Io non mi godo più tutto questo”. Ma non è amarezza, anzi è la forza che lui riesce a ritrovare nei momenti più bui. La vittoria in Molise ne è un esempio».
Torniamo a lei. Cita spesso, nel libro, l’esame mattutino al risveglio, la ricerca della ruga. Paura del tempo che passa?
«È una sfida con il me che è nello specchio per vedere chi è più bravo: vediamo se vinci tu o se vinco io. È come con l’oroscopo, quello di Branko, che leggo ogni mattina. Se mi piace dico: “Guarda che bravo che è Branko...”».
E se non le piace?
«Che stronzata gli oroscopi».
Restiamo sul leggero: la mondanità. Lei a volte la frequenta, ne difende anche alcuni protagonisti, come ha fatto con Elisabetta Gregoraci qualificando come «inopportuno» il termine «indecente» scelto da Maurizio Gasparri per definire la partecipazione della fidanzata di Briatore in un programma tv...
«Premesso che Gasparri è un amico, voglio precisare che l’ambiente mondano non è il mio mondo. Questa estate, però, ho accettato l’invito di Briatore sul suo yacht Billionaire, che è un’allegria galleggiante. E ho ripreso a ballare, a divertirmi fino all’alba in compagnia di un amico come Flavio. E anche della Gregoraci, che sì, la voglio difendere da ogni accusa piovutale addosso. Così come ho dato l’opportunità di ripartire a Raffaella Zardo, un compito che voglio portare fino alla fine per ri-sar-cir-la (Fede scandisce la parola, ndr) di ciò di cui l’avevano privata con la vicenda giudiziaria in cui rimase coinvolta».
Quindi la mondanità è stata un passaggio?
«Certo, la mia àncora è qua, il mio mondo è questo» (sancisce Fede battendo una mano sulla scrivania).
Visto che danno il titolo al libro, parliamo dei suoi fuori onda. In che percentuale - sia sincero - sono autentici?
«Al 99,99%».
Li usa anche per togliersi qualche sassolino?
«Forse qualche macigno».
Con i suoi scatti d’ira Striscia fa il pieno di ascolti. Ha mai pensato di chiedere le royalties?
«Sì, l’ho messo per iscritto. La royalty che pretendo da Antonio Ricci è la sua amicizia».
Ecco, l’amicizia. Per lei cos’è?
«Una cosa così preziosa e rara che si può misurare solo sulle dita di una mano, e di cui due sono rimaste sotto una pressa».
A proposito di amici, lei sembra dolersi più volte, nel libro, del rapporto non sempre fedele degli alleati del Cavaliere...
«Sì, ma non crediate che su questo punto io e lui ci si sia messi d’accordo. È che io lo “sento”.

Metabolizzo il sentimento di Berlusconi, che è di affetto. E il suo dispiacere è quando vede che non è ricambiato come si aspetterebbe. Non a caso, fateci attenzione, quando parla di loro lui li chiama sempre i “ragazzi”».

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