Gaia Cesare
da Milano
Cè chi ne ha fatto una ragione di vita, perché basta uno scondinzolio al rientro a casa, dopo una dura giornata di lavoro, per dimenticarsi di fatiche e preoccupazioni. Qualcuno ha deciso addirittura di rinunciare alle ferie per evitare il distacco. Ma senza rammarico. In cambio, infatti, c'è un mix di tenerezza, fedeltà e svago che ben otto milioni di famiglie italiane oggi trovano in questi compagni di avventura: cani o gatti che siano. Accoglierli in casa è unabitudine che cresce di anno in anno nel nostro Paese, il primo fra i 25 dellUnione europea per numero di animali da compagnia: oltre 60 milioni, compresi roditori (furetti e criceti), pesci o uccelli.
Lestate, però, resta la stagione critica: le ferie in vista, il problema della carenza di strutture per accogliere in vacanza gli amici a quattro zampe. È anche per questo, per andare incontro ai proprietari di animali domestici, che il centro studi Zoomark ha diffuso ieri il contenuto di un libro bianco, in cui oltre a consigli utili per i padroni di cani o gatti, emerge una fotografia dei «padroni» italiani, delle loro abitudini, compresa la peggiore: labbandono dellanimale domestico. Le stime parlano di circa 150 mila cani e fra i 150 e i 200 mila gatti lasciati al loro destino, magari su unautostrada. Ma sono cifre al ribasso. «Perché molti animali muoiono (280 mila in incidenti stradali o per malattie legate allabbandono ndr) e le condanne in questi casi sono rarissime, al massimo una decina in un anno», spiega Laura Torriani, segretario nazionale dellAnmvi, lassociazione che raggruppa i medici veterinari. Qualcun altro, più fortunato, finisce in mano a un altro proprietario, che lo adotta, o in un canile. Di tanti altri non si sa nulla, perché nel nostro Paese manca ancora unanagrafe nazionale, che ne permetta limmediata individuazione. Come fronteggiate questo fenomeno? «Va diffuso il concetto dellidentificazione obbligatoria dellanimale, il tatuaggio o meglio il microchip - per responsabilizzare i padroni sugli obblighi e gli oneri che si assumono».
Ma come si comportano i proprietari più affezionati in tempo di vacanza? E chi va incontro alle esigenze dei quattro zampe e delle loro famiglie? Secondo lindagine svolta da Zoomark su un campione di 1.081 persone, solo un italiano su tre porta il proprio cucciolo o il proprio gatto in ferie con sé. Il 25% lo lascia a casa, affidandolo però alle cure di amici o vicini. Il 21% obbliga il quattrozampe a trasferirsi nellabitazione di parenti o persone care. Ma cè addirittura una buona fetta di «genitori» (18%), che rinuncia alle vacanze per non allontanarsi dal proprio animale domestico. E infine - ancora pochi (2%) - coloro che si affidano alle pensioni per animali. Una tendenza, che tuttavia, sta prendendo piede al nord, dove le strutture pet-friendly sono più numerose (e forse i parenti meno disposti a sobbarcarsi lanimale). In crescita il numero dei locali pubblici che si stanno attrezzando per laccoglienza: la Lombardia - in testa per lospitalità nei bar e nei ristoranti (rispettivamente 21,6% e 18,3%) - conferma la tendenza nel nord. Il Centro Italia, la Toscana in particolare, vince in quanto a spiagge fruibili per gli animali domestici (29,1) e agli agriturismi (21%). Il Sud, con la Puglia a guidare il gruppo (17,6%) primeggia invece per laccoglienza nei campeggi. E cè chi si sta attrezzando anche in autostrada per alleviare ai beniamini di casa la fatica di un lungo viaggio. «La nostra società - spiega Paolo Santini, direttore marketing di Autogrill Spa - già da qualche anno ha istituito i fido-park, aree di servizio pensate per le soste degli animali in viaggio, con tanto di parco giochi e box climatizzati. Ce ne sono 17 in questo momento e ce ne sono quattro in costruzione».
In molti hanno intuito che quello degli animali domestici è un business in crescita costante in Italia (più 30% negli ultimi cinque anni). Un affare che oggi ha superato la soglia dei due miliardi di euro, con 465 nuovi prodotti stravaganti - dallo smalto per unghie, alle creme solari, fino ai vaporizzatori antistress - introdotti nel mercato nel 2005 (erano 291 nel 2004).
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