«La frase le donne stanno un passo indietro non era riferito alla Moratti, o alle donne intese come soggetti politici, bensì a mia moglie e a tutte le altre donne che sono schive e che non vogliono mai essere protagoniste in prima persona». Suona come quella di chi si arrampica sui vetri, la giustificazione di Bruno Ferrante sulluscita infelice a proposito delle donne durante lintervista di Daria Bignardi su a Le invasioni barbariche andata in onda venerdì scoro su La7. Affermazioni che Letizia Moratti ha denunciato sul palco del Palalido, lanciando un avvertimento al suo avversario: «Le donne non stanno un passo indietro ma casomai un passo avanti». Il candidato sindaco del centrosinistra ribadisce che non voleva offendere «né la Moratti né tantomeno le donne in generale». E dato che lex ministro lo ha accusato anche di non avere un programma, anzi, di averlo «clonato» al suo tanto che i suoi collaboratori «lo chiamano Dolly come la pecora», Ferrante ha sostenuto che «Letizia Moratti parla del nulla e al nulla non si replica».
Ovviamente lex prefetto, che ha preso parte ieri alla festa per i 58 anni di Israele ai giardini della Guastalla, è dovuto tornare a difendersi anche a proposito del corteo del Primo maggio, quando sostenne che la Moratti, in quanto «padrona», non avrebbe dovuto partecipare. «Ho sempre parlato di un atteggiamento padronale che ha la Moratti - si giustifica Bruno Ferrante -.
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