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La Ferrari-bis c’è Ora tocca ad Alonso battere un colpo

A qualifiche concluse, a Q3 terminato, a pole persa, a prima fila mancata, a mezzo secondo preso dal razzo Vettel, quasi fosse nel pieno di un crescendo motoristicamente rossiniano, Fernando Alonso ha detto: «Dalla Ferrari ci si aspetta sempre la pole e la vittoria, ma questo non è un sogno, questa è la realtà». E poi: «Speriamo sempre di far bene e qui abbiamo confermato che la macchina è migliore. Siamo quarti e quinti, puntiamo al podio. Sia io che Massa abbiamo fatto una bella qualifica, forse con le gomme morbide abbiamo sofferto un po’ di più che con le dure, ma tutto sommato siamo messi bene». E ancora: «Si parla sempre dei miglioramenti della Ferrari, soprattutto in Italia e in Spagna, ma in Inghilterra parlano di quelli fatti da McLaren e Redbull (prima fila energetica Vettel-Webber, a seguire l’oltremanico Hamilton, ndr)». Come a dire: noi viviamo nel nostro mondo, ma quando si arriva in pista sai che anche gli altri migliorano. «Di certo abbiamo fatto un grosso passo avanti ma le forze in campo restano bilanciate». E di più: «Senza gli aggiornamenti della F10 portati qui, avremmo fatto fatica a qualificarci per il Q3». Punto.
Dunque, la scossa invocata dal capo della Ferrari, Stefano Domenicali, una scossa in termini anche di creatività del reparto tecnico, è finalmente arrivata. Una scossa resa pubblica mezzo stampa poche settimane fa, ma tatuata nei pensieri di tutti gli ingegneri del Cavallino fin dagli ultimi test di Barcellona, quando la Red Bull, a mondiale ancora da avviare, aveva sfoderato quegli scarichi bassi che tanto bene le hanno fatto e che ora la Rossa ha adottato cambiando molto di se stessa.
Un molto che i piloti devono avere parecchio gradito, almeno a giudicare dalle parole di Alonso e da quelle di Massa, quest’ultimo arrabbiato col traffico altrimenti «sarei stato almeno terzo». Perché la F10 bis c’è. Semmai - vogliamo dirlo? -, sembrano ancora latitare i piloti della suddetta. Nel senso che da Fernando ti aspetti sempre di più e da Felipe qualcosa di meglio. Quando ai microfoni Rai, Domenicali, a caldo, ha ammesso che sì, «mi sarei atteso la prima fila», non ha puntato il dito contro questo o quello ma fatto un bel distinguo: la macchina ora è cresciuta e senza il traffico di Massa, senza alcune imperfezioni di Fernando - questo il senso - saremmo più avanti.
È innegabile. Tutto il Cavallino sta soprattutto attendendo che il proprio super pilota smetta i panni di ottimo Clark Kent e indossi il costume di Superman. Ne ha bisogno la Ferrari, ne hanno bisogno i tifosi, ne ha bisogno il presidente tifoso Luca di Montezemolo, probabilmente ne ha molto bisogno lo stesso Alonso, motivatore e uomo squadra, che tra una Gp e l’altro lavora a stretto contatto con meccanici e ingegneri, e che ha una gran voglia di ricacciare in gola a tutti le critiche su certe sue titubanze in pista (vedere alla voce doppiaggi).
Anche per questo, il suo crescendo rossiniano è d’un tratto ripreso con un rincuorante: «Abbiamo il potenziale per lottare per il podio e per farlo ci servono una buona partenza, velocità in rettilineo, la strategia giusta e non fare errori perché qui i muri non perdonano. Ovviamente, serve poi l’affidabilità e poi e soprattutto dobbiamo essere aggressivi (da leggersi: devo) e mettere pressione alle Red Bull, che a volte si sono rivelate fragili». Tutto questo per puntare al podio? «No, se tutto questo ci sarà, proverò a vincere».
Anche perché la Rossa scatterà, come gli altri big, con le morbide, ma c’è un discreto ottimismo su quanto bene vada con le gomme dure.
Ps: Schumi non si è qualificato per il Q3, Schumi pare piuttosto depresso, Schumi ha però una vistosa attenuante e un rincuorante riferimento. La prima: era la sua prima volta a Valelcia; il secondo: anche il giovane Rosberg non è arrivato al Q3. Però gli ha rifilato sei decimi.

Una vita.

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