nostro inviato a Sakhir (Bahrein)
Cè qualcosa di incredibilmente piacevole nel vedere vincere, di più, trionfare questa Ferrari delle pari opportunità. Per la prima volta da una vita, si respira infatti aria nuova.
Se lo scorso anno si è gioito, sofferto e sperato sempre allinsegna, o meglio, nel sentiero tracciato da kaiser Schumi, ora no. Ora la pesante eredità dellenorme ex è veramente lontana, è davvero storia passata. Storia importante, ci mancherebbe, ma suvvia, lasciamo che Michael vada in moto e voltiamo pagina...
Perché è questo il messaggio che arriva dalle truppe maranelliane: la vittoria, meglio dire resurrezione di Felipe Massa in mezzo al deserto, e la doppietta completata da Kimi Raikkonen che ora si trova in vetta al mondiale, sono i trionfi di una squadra dove il primo e il secondo sanno di potersela giocare fino allultimo per il primato.
I ferraristi doc sostengono che anche con Schumi in squadra, i suoi compagni dallora potevano giocarsela liberamente, era poi la sua immensa bravura a delineare le gerarchie in pista. Vero ma solo fino ad un certo punto: perché è un tantino più semplice imporre la propria forza se per compagno hai Irvine o Barrichello. Con Kimi accanto, Schumi avrebbe dovuto sudare di più; come di fatto ha sudato di più nel primo anno di Felipe alla Rossa.
Questo per dire che la Ferrari delle pari opportunità ci regala un gran bel vedere: ad ogni qualifica o curva o giro hai sempre la sensazione, diciamo pure certezza, che i due ragazzi siano liberi di far scintille fino alla fatidica ultima sosta. Per cui vincere regala più gioia, per cui trionfare e dominare diventa ancora più eccitante e, ammettiamolo, quando succede, persino perdere fa meno male.
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