Ferretti: «Difficile lavorare in un Paese che non ci ama»

IL 9° MEETING DEL GRUPPO AL SALONE DI CANNES Ordini in crescita del 56% e valore della produzione a +12. Ma il presidente attacca: «Non basta più la nostra determinazione». Il commosso ricordo di Salvatore Basile, l’ad scomparso sette mesi fa

Ferretti: «Difficile lavorare
in un Paese che non ci ama»

Cannes - Per il nono anno consecutivo Norberto Ferretti, presidente-fondatore del gruppo di Forlì, si presenta davanti ai suoi manager, ai dealer e alla stampa internazionale per fare il punto sull’esercizio nautico chiuso al 31 agosto e per indicare le linee guida della nuova stagione iniziata proprio a Cannes con il 34° Festival de la Plaisance. Ma anche per qualche amara riflessione. Parla per ultimo - e brevemente - dopo Giancarlo Galeone e Lamberto Tacoli. Per dire tre cose importanti: «Salvatore Basile aveva innanzitutto cementato la squadra. Oggi grazie al suo lavoro siamo ancora più uniti. Per tutti noi è stata una grande perdita». «Siamo i più forti perché nessun cantiere può fare il più bel 27 piedi del mondo (Riva Iseo, 8 metri, ndr) e allo stesso tempo Azteca (fantastico 72 metri di Crn)». «Iniziamo oggi la stagione dei saloni, e questo di Cannes è il più importante. Non ho troppa fiducia nel salone di Genova perché Genova si trova in Italia. E abbiamo capito che la nostra amata Italia non ci ama». Parole forti, meditate, forse al vento. Una fotografia impietosa, con un filo di amarezza. Come dire: nemo propheta in patria. Non solo non gradito, ma anche svillaneggiato. Quasi detestato. Poi Norberto Ferretti cambia spartito e rincuora i suoi: «Nonostante tutto, essere presenti qui a Cannes con una flotta di 29 imbarcazioni, di cui 11 anteprime mondiali, è senza dubbio il segnale più concreto che il nostro gruppo possa dare della forza che ci contraddistingue da oltre 43 anni». L’anno nautico del gruppo è stato caratterizzato da una forte espansione internazionale e dal lancio dei nuovi modelli a fronte di una domanda di prodotti di lusso made in Italy sempre più elevata in termini di ricercatezza e prestazioni. Nonostante il clima di incertezza sia politico sia economico-finanziario. Grandi risposte, infatti, arrivano da Ferretti Group Brasil, lo stabilimento inaugurato nel giugno scorso a seguito di un accordo con il dealer storico Marcio Latorre Christiansen. E risposte importanti giungono anche dal Nordamerica, area considerata «fortemente strategica». Dove Ferretti sta rafforzando il proprio network distributivo, andando ad affiancare Allied Marine in Florida, con nuove dealership nel Nordest degli Usa (a Greenwich, Newport, Sag Harbor e New York), cui seguiranno nei prossimi mesi, nuovi accordi commerciali in Michigan e in California. Il tutto in attesa di perfezionare il memorandum non vincolante con la holding cinese Shandong Heavy Industry Group - con partecipazioni in società leader nel settore dei motori, gruppi elettrogeni e sistemi di propulsione - per la costituzione di una joint-venture che avrà l’obiettivo di sviluppare una partnership industriale per la progettazione, produzione e commercializzazione di motor yacht destinati al mercato della Greater China (Cina, Hong Kong, Taiwan e Macao) e ad altre economie emergenti. «La barca - dice l’ad Giancarlo Galeone - non è solo gossip. È industria! Abbiamo bisogno di regole certe, ma la nautica è la vittima sacrificale della situazione generale. È incredibile come la voce di un settore così importante non sia ascoltata. Ci sarà mai sviluppo industriale? Stiamo vivendo un angoscioso presente, una strana realtà in cui è molto facile sparare sugli yacht che su altro. Pura demagogia, accanimento forsennato e suicida. Quest’anno - aggiunge Galeone - l’Italia ha rappresentato solo il 10% del nostro mercato. Le risposte che aspettavamo sono arrivate dal Brasile, dalla Cina e dal Nordamerica, dove credono nella nautica in quanto industria che crea posti di lavoro. Dove costruiscono le infrastrutture necessarie per lo sviluppo delle imprese. E così il futuro prende il largo, a Oriente e a Occidente, tanto che per il 2012 prevediamo una crescita del 10% per le barche di grandi dimensioni, ma con driver tutti fuori dall’Italia. Non è una bestemmia affermare che la barca per qualcuno è vita. Faccio un esempio: la comunità di Sarnico vive nell’orgoglio dei Cantieri Riva, sacri come la chiesa in cui vanno per assistere alla messa». I numeri. I risultati dell’esercizio nautico chiuso al 31 agosto evidenziano un valore alla produzione a circa 521 milioni, in crescita del 12% (465 lo scorso anno), mentre il portafoglio ordini è pari a 401 milioni (+56% rispetto ai 257 milioni del 31 agosto 2010) con un volume di nuovi ordini di circa 552 milioni, in crescita del 27% rispetto ai 434 milioni del 2009-2010. «Quelli appena trascorsi - conclude l’amministratore delegato - sono stati anni difficili, di grande cambiamento. Ma oggi possiamo affermare che il gruppo Ferretti ha visto confermate nei fatti le scelte industriali e di mercato attuate nell’ultimo biennio, frutto del grande lavoro del compianto Salvatore Basile.

Bene, io condivido queste scelte che ci hanno portati a focalizzarci sul nostro core business e sull’internazionalizzazione sempre più aggressiva nel mercato nautico globale e nelle economie emergenti. Noi proseguiamo quindi su questa strada, doppia e parallela: rafforzare i nostri brand ed essere presenti, da protagonisti, nei nuovi mercati».

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