Paolo Scotti
da Roma
Come può essere definita, una simile serata? Un tributo? Un ritorno? Un risarcimento? Comunque lo si voglia vedere, è fuor di dubbio che Per amore - lo spettacolo che ieri sera a Roma Musica per Roma e il Circolo Canottieri Aniene hanno voluto dedicare a Lelio Luttazzi, e all'omonimo cd in cui grandissimi nomi interpretano sue canzoni - sia stato davvero quel che comunemente si dice «un evento». Evento per la realizzazione quasi privata (i media non ne avevano parlato, il grande pubblico ne erano del tutto all'oscuro) e per la dimensione esclusivissima (i circa cinquemila, fortunati presenti avevano pagato un biglietto che è andato in beneficeenza a favore della «Fondazione Giorgio Castelli» e della onlus La Piccola Famiglia). Ma evento soprattutto perché, dopo qualche decennio di totale assenza, Per amore rappresentava la prima uscita pubblica di un musicista troppo a lungo, e troppo ingiustamente dimenticato.
Si dice anzi che principale fautore della serata sia stato proprio quel Fiorello cui si deve, in occasione dello Speciale Viva Radio 2 di un mese fa, il primo ritorno in video di Lelio Luttazzi. E che difatti faceva corona al grande, applauditissimo jazzista e bluesman, assieme ad altri importanti nomi: Pippo Baudo, Renzo Arbore, Christian De Sica, i Blues Willies. Fino al sindaco di Roma Veltroni, che al clou dell'omaggio musicale, ha voluto conferire al musicista il premio Lupa d'Oro.
Per amore (stesso titolo del cd in cui, oltre a quelli sul palco, reinterpretano brani di Luttazzi anche artisti del calibro di Mina, Lucio Dalla e Gianni Morandi) si è aperta con un omaggio di Pippo Baudo, che all'occhiello portava una gardenia: «Ricordate? Come faceva sempre anche Lelio, davanti alle telecamere di Antonello Falqui per Studio Uno». Dopo tanti anni di carriera, ha osservato Baudo, «dovrei avere una certa familiarità col microfono. Eppure vi assicuro che questa serata vale una vita di attese ed emozioni». L'omaggio è quindi partito con un'altra gloria della tv in bianco e nero, Gianni Ferrio, che con la sua orchestra ha attaccato una fantasia di musiche luttaziane. Il crescendo emotivo, poi, è stato via via scandito da alcuni video in mitico bianco e nero: il Luttazzi di quarant'anni fa che fa il suo elegantissimo ingresso a Studio uno, che balla con Mina e duetta con lei sulle note di Chi mai sei tu; che si lancia in un mix spericolato con la biondissima Silvie Vartan. Si sono poi succedute sul palco, sempre più applaudite interpreti di canzoni firmate Lelio Luttazzi, le altre stelle della serata. Fiorello scatenatissimo in un sintomatico Giovanotto Matto; i Blues Willis nel delizioso Sono tanto pigro; un sincopato Vecchia America affidato all'insolito trio vocale dei Favete Lingus e un non allusivo Canto anche se sono stonato, per le doti di Christian De Sica. Da parte sua Renzo Arbore, alla guida della Arbore Band, ha offerto Souvenir d'Italie e Quando una ragazza a New Orleans. Conclusione coll'inevitabile ritorno di Fiorello (stavolta prodottosi in Bum, ahi! Che colpo di luna!) e soprattutto col gran coro finale, che ha visto riuniti sul palco tutti gli artisti e lo stesso Baudo, in quella che, in qualche modo, rimane quasi la sigla - ironica, disincantata, elegante - del festeggiato: El can de Trieste.
Una curiosità: il titolo della serata (che si celebrava volutamente in concomitanza con la Giornata Mondiale contro la pena di morte) e del cd Per amore, è stato suggerito da Mina, da sempre affezionata fan di Luttazzi. Per tutti gli estimatori del grande musicista, infine, una buona notizia: la serata è stata registrata, è andrà in onda il prossimo giovedì 7 dicembre su RaiSat Premium di Sky.