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Una festa «segreta» alla Scala per il compleanno di Marchesi

Il motivo non è quello che sognava da ragazzo, però lo stesso non capita a tutti di festeggiare il proprio compleanno all’interno della Scala, nel tempio della musica. Succederà questa sera a Gualtiero Marchesi, il nostro chef più famoso al mondo che nasceva ottant’anni, il 19 marzo 1930, figlio di albergatori-ristoratori (ma non cuochi) al Mercato di via Bezzecca.
Duecentocinquanta ospiti e doveva essere una sorpresa, dalle 10.30 alle 20, in Largo Pertini (MM Montenapoleone) mille colombe a 10 euro (tutto in beneficenza) con Marchesi presente alle 18.30, poi l’aperitivo nel museo della Scala, quindi tutti a tavola nel foyer. Marchesi e la Scala per le 80 candeline non è affatto un’usurpazione, un’invasione di un campo. Oltre al fatto che lo chef gestisce, da meno di due anni, il ristorante della Scala, che un tempo si chiamava Biffi Scala e con lui il Marchesino, Gualtiero ha un talento naturale per la musica come ricorda nel suo ultimo libro, Marchesi si nasce, per Rizzoli. «Da giovane prendevo lezioni di piano, ma per dedicarmi completamente alla cucina ho smesso di strimpellare. Poi però ho sposato la mia insegnante di pianoforte, Antonietta Cassisa». E oggi i nipoti hanno l’orecchio assoluto, anche se uno quando c’è bisogno si aggira come baby-maitre tra i tavoli.
Marchesi alla Scala per gli ottant’anni è un atto chiude un cerchio che è bello ricordare perché per i più Marchesi è legato alle tre stelle Michelin, le prime che la guida rossa concesse a un locale italiano, nel 1986, ma nella sua mente il percorso è più marcato e ampio: «Sognavo di dare vita a un nuova cucina e ci sono riuscito, però ho sempre covato un desiderio maggiore: legare il mio nome a Milano. E così, visto che nel ’92 trasferii il mio ristorante in Franciacorta, quando gli amici mi dicevano che dovevo tornare a Milano io rispondevo che ci sono solo tre posti che mi tentavano per tornare sui miei passi: il Duomo, la Scala e il Castello Sforzesco. Beh, la modestia la pratico poco però la cattedrale è davvero fuori dalla mia portata, per il Castello non so come arrivarci, mentre per il teatro ho risposto a un bando per la gestione del Biffi...».
Eccolo lì insomma, al Marchesino e stasera applaudito nel foyer, senza scordarci che tra un mese sarà anche allo Sforzesco perché il 17 aprile verrà inaugurata la mostra sulla sua vita di chef e di innovatore (la conclusione il 20 giugno) proprio nelle sale viscontee. Tutto grazie anche all’amicizia con Vittorio Moretti, il patron delle bollicine Bellavista e dell’Albereta dove ha sede il ristorante Marchesi, un legame che, grazie anche a Mattia Vezzola, enologo di casa Moretti, si concretizzerà in una selezione speciale di Franciacorta. Le etichette non sono ancora pronte, il nome sì: Ottantesimato, nome pensato dal festeggiato, 2005 la vendemmia. Le prime magnum saranno stappate in anteprima alla Scala e Marchesi le firmerà una a una, mentre una Salmanazar, bottiglia da 9 litri, verrà aperta con il rito della sciabola, molto spettacolare.

Ha detto Vezzola: «Ho scelto l’annata 2005 perché ha le stesse caratteristiche della cucina del maestro: semplicità, purezza della materia e garbo».
Ultima curiosità: nella segreteria telefonica del Marchesino è incisa la Gagarella del Biffi Scala in versione Elio e le Storie Tese.

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