Il «Festival Amadeus» con l’Ueco

Il «Festival Amadeus» con l’Ueco

Valeria Pedemonte

Fondata nel 2001, la United european chamber orchestra, per brevità Orchestra Ueco, in pochi anni è riuscita a portare avanti ciò che si era ripromessa: buona musica e interpreti qualificati ed un prezzo di biglietto accessibile a tutti. Nella programmazione di quest'anno non poteva mancare un omaggio a Mozart. Ecco, allora, il «Festival Amadeus 2006: 250 anni dalla nascita del genio».
Il secondo appuntamento del Festival dedicato al musicista salisburghese prende vita domani sera nella Sala Verdi del Conservatorio. Il percorso musicale scelto dalla Ueco per rivisitare idealmente la vita e le opere del compositore si focalizza sui concerti per strumento solista destinati, in particolare ad alimentare il repertorio concertistico di Mozart stesso: sì, perché Mozart fu un genio ma anche un intelligente pianista.
Il programma, predisposto dal direttore artistico Massimo Palumbo, prevede: il primo dei cinque concerti per violino composti a Salisburgo nel 1775, ovvero il Concerto n. 3 K 216, seguito dal Concerto n. 23 K 488 per pianoforte. Quest'ultimo è unanimemente riconosciuto come la composizione più amata e preziosa scritta da Mozart.
Anche in questo appuntamento verrà fatto un confronto con altri musicisti del suo tempo. Domani é la volta di Haydn con il suo Concerto in fa magg. per violino e clavicembalo e della composizione di uno dei figli di J. S. Bach: Ch. Ph. E. Bach: la Sinfonia n. 3 in do magg. W182/3.
A capo dell'Orchestra Ueco è come dicevamo Massimo Palumbo che, oltre a dirigere l'eterogenea compagine, è anche il pluripremiato pianista-interprete della n. 23. Gli albanesi Suela Mullaj e Jusuf Beshiri si faranno apprezzare nel Concerto n. 3 di Mozart e nel Concerto in fa di Haydn.
In un mondo caotico come Milano, la Ueco ha trovato un suo ben preciso pubblico che la segue da quella ormai lontana sera di novembre 2001 quando, madrina Katia Ricciarelli, fece il suo debutto in Conservatorio.


All'inizio il nome dell'orchestra metteva i neofiti della musica in soggezione. Ora non più perché questo complesso formato da musicisti provenienti da tutta Europa è un po' il riassunto della bandiera blu a stelle dorate che ci dice - appunto - che siamo europei.

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