Il Festival della Mente apre alle golosità

Il Festival della Mente apre alle golosità

Chiara Ennas

Esplorare i segreti della mente, le sue potenzialità e limiti; parlare di Darwin, evoluzionismo e creatività, follia e fisiologia, immaginazione ed economia. Sono questi gli ingredienti del Festival della mente, organizzato a Sarzana da oggi a domenica. Si inizia alle 17 e 30, con l’introduzione e le riflessioni sulla necessità di essere creativi di Massimo Caleo, sindaco della cittadina, Matteo Melley, presidente della Fondazione Cassa di risparmio di La Spezia, e Raffaele Cardone e Giulia Cogoli, ideatori del Festival, nonchè suoi direttori.
Per tanti scienziati, filosofi e artisti la creatività, la capacità di partorire idee e di dare loro una forma, è il simbolo dell’autonomia mentale. Ma la fantasia sta anche nella cucina: «La nuova frontiera del gusto» è il titolo dell’incontro condotto oggi dallo chef piemontese Davide Scabin e dal giornalista Paolo Marchi, esperto di enogastronomia e inventore di «Identità golose», il primo congresso italiano di cucina d’autore. Ma vi saranno anche Stefano Benni e Giorgio Gallione, a cavallo fra romanzo, regia, lirica, jazz, giornalismo e poesia; si parlerà del mondo della comunicazione pubblicitaria (domani), con un workshop diretto da Milka Pogliani, presidente e direttore creativo della McCann-Erickson di Milano. Ma ci sarà spazio per discussioni scientifiche, per imparare qualcosa di più o almeno fare il punto della situazione sul livello di conoscenze acquisite sulle facoltà mentali dell’uomo, con un docente di neurologia clinica alla New York University, Elkhonon Goldberg, il quale cercherà di spiegare quali siano i percorsi cerebrali che trasformano la creatività in esperienza. E l’economia? Campo arido, apparentemente, forse anche cinico, eppure - come dimostrerà l’economista Paolo Sylos Labini - proprio la creatività ha permesso l’elaborazione delle grandi teorie economiche.
Arte visiva, musica, comicità, letteratura: illimitati i campi in cui l’uomo può esercitare la sua fantasia, campi per i quali vale ciò che afferma con convinzione lo stilista Romeo Gigli, ossia il fatto che «la creatività è il morso a un frutto proibito, peccato originale prêt à porter». Ci sarà lo spazio per parlare della percezione del colore nell’era dell’industrializzazione, nell’ora in cui gli stimoli visivi si sono moltiplicati a dismisura e la lotta per emergere fra gli innumerevoli messaggi è all’ultimo sangue - pena l’eliminazione dal mercato -. Ci si interrogherà con Gianmarco Mazzi, manager artistico e musicale, sull’apparente esaurimento dell’ispirazione nel mondo delle sette note; si rifletterà con l’attore di cinema e teatro Toni Servillo (che lunedì riceverà il Premio Govi 2005) sulla capacità di rinnovare totalmente un personaggio, un testo, un’opera lirica, «senza rinnegare la tradizione».

Non si concluderà senza soffermarsi una volta di più sull’unione di scienza e sport, su come il fondamento di quest’ultimo - nella sua versione estrema e non solo - sia la ricerca scientifica, e a parlarne sarà Angelo D’Arrigo, il primo a sorvolare con un deltaplano a volo libero l’Everest.

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