Fiat, sarà vera gloria? Marchionne è bravo e merita il nostro tifo

Caro Granzotto, l’accordo Chrysler-Fiat ha scatenato peana di consensi e lodi verso la tecnologia italiana chiamata a soccorrere quella Usa ormai, sembra da molti commenti, alla canna del gas. Marchionne invece, con testa e piedi ben ancorati alla realtà, afferma: «Dobbiamo restare umili e non farci illusioni perché il lavoro non sarà facile». Egli ben ricorda, Gianni e Umberto felicemente regnanti, la ingloriosa eliminazione dal mercato americano delle Fiat che perdevano pezzi, corrose dalla ruggine mentre sulle strade cosparse di sale reggevano bene auto tedesche e giapponesi con lamierino opportunamente trattato. Rammenta anche che non sarà facile far dimenticare in Usa che Fiat significava «Fix It Again Tony» ossia aggiusta ancora questa baracca. Auguriamoci che le notevoli difficoltà da affrontare anche a livello umano fra diversità di usi, concezioni, lingua, spirito di corpo eccetera siano superabili ma non si dovrebbero enfatizzare gli eventi rivestendoli di semi-patriottiche glorie o gloriuzze.

Siamo l’unico Paese che, avendo perso sonoramente una guerra, ne festeggiamo la fine esibendo «urbi et orbi» comportamenti da vincitori. È possibile chiedere una consapevole, obiettiva, imparziale e meno enfatica disamina delle italiche vecchie e nuove vicende?

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