Erica Orsini
da Londra
Saddam e il suo regime raccontati in una fiction di quattro puntate. Osservati «dallinterno», lasciando da parte il punto di vista occidentale. La storia delluomo Saddam, la sua salita al potere, la scelta dei fedelissimi e la discesa agli inferi fino allarresto, diventano la trama di una delle più attese fiction della prossima stagione della rete televisiva britannica Bbc2. Coprodotto con lamericana Discovery Channel, il serial - titolo provvisorio House of Saddam - si propone di raccontare la vita avventurosa dellex dittatore iracheno e del suo tormentato paese, a partire dagli anni Settanta fino al dicembre del 2003. Non un documentario, ma un vero sceneggiato la cui ideazione ha molto appassionato il suo ideatore, lo scrittore Alex Holmes. Del resto la vita del rais è unottima trama, densa di colpi di scena con la novità del punto di vista scelto per la narrazione. Non quello occidentale, da giornalismo investigativo, in cui peraltro la Bbc eccelle, ma quello intimista, da diario personale.
Locchio della telecamera scruta il pensiero e i sentimenti delluomo più che registrare gli eventi che lo vedono protagonista contando di riuscire a descrivere anche ciò che provarono i suoi uomini più fedeli come il vice primo ministro Tariq Aziz o Chemical Ali. Non si tratta quindi di sbattere il mostro in prima serata, quanto di spiegare i perché del suo fallimento. «Saddam aveva un sogno - racconta Holmes - la creazione di una grande nazione araba e nei libri di storia voleva essere ricordato come il più grande leader di ogni tempo». Saddam non ha realizzato il suo sogno, anzi ha oppresso il suo popolo riducendo il suo paese in miseria. «Voglio raccontare questa storia attraverso gli occhi degli amici del dittatore - spiega Holmes - tentando di comprendere la loro visione del mondo».
Per ottenere un simile risultato il lavoro è stato lungo e faticoso. Holmes e la sua squadra hanno già trascorso nove mesi di ricerche, parlando con la gente che sapeva cosa succedeva «in quel mondo». «Credetemi, comunicare con gli ex di Saddam come Aziz - ha aggiunto lautore - è stata una vera impresa. Con lex vice primo ministro non siamo riusciti a parlare direttamente, ma soltanto tramite intermediari. Ed è sorprendente quanti altri membri del circolo ristretto del dittatore siano ancora liberi. Per poter dialogare con loro abbiamo dovuto rassicurarli che volevamo raccontare la storia dal loro punto di vista, creare dei rapporti basati soltanto sulla fiducia».
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