Le figlie di Biagi: «Sta meglio e scherza con noi»

da Milano

La speranza è uno sguardo. E un timido sorriso. Se ne sta tutta racchiusa in queste due palpabili manifestazioni fisiche, colte sui volti dei familiari, l’essenza più intima della giornata di ieri, in attesa di notizie sulle condizioni di Enzo Biagi, ricoverato da più di una settimana alla clinica milanese Capitanio in seguito all’aggravamento di uno stato di salute già peraltro precario a causa dei suoi ripetuti problemi cardiaci. A portare ai cronisti accampati in quel gelido «corridoio» senza sole che è via Mercalli una prima parola di segno positivo - pur nel permanere di un quadro clinico critico - sono state di primissimo mattino, alle 6.45, le figlie Carla e Bice, raccontando di una notte tranquilla. Concetto ribadito poco dopo - «Sta un filino meglio, è stazionario, la notte è passata» - dal genero Stefano Jesurum.
Poi, al capezzale del decano del giornalismo italiano è iniziato un silenzioso andirivieni di pochi, ma autentici amici. Il primo ad arrivare è stato monsignor Gianfranco Ravasi. «Abbiamo potuto parlare abbastanza a lungo e ricordare soprattutto quel saluto molto intenso che lui ha voluto farmi a settembre, prima della mia partenza per Roma - ha dichiarato uscendo dalla casa di cura il neo arcivescovo e presidente del Pontificio consiglio della cultura -. Ho potuto anche pregare con lui, che ha voluto recitare il Padre Nostro e l’Ave Maria. E non solo era consapevole, ma anche in pieno dialogo con me. Certo, la situazione è molto impegnativa, però sicuramente lui ha molta speranza e desiderio di continuare, tanto è vero che ci siamo dati un appuntamento a casa sua, il mese prossimo».
Pochi minuti dopo è stato ancora un sacerdote, don Antonio Mazzi, a varcare la soglia della clinica milanese. Ma avendo trovato l’anziano giornalista momentaneamente addormentato, dopo essersi intrattenuto brevemente con i familiari, il fondatore della comunità Exodus è uscito, spiegando il motivo della sua visita. «Siccome ogni volta che lo vedevo lui mi diceva “Ricordami al tuo padrone”, oggi l’ho fatto e spero di avergli portato fortuna. È un uomo semplice, molto profondo, poco formale e, credo, anche un uomo di fede. C’è un clima molto sereno nella sua famiglia».
Sensazione, la sua, confermata di lì a poco dalla figlia Bice, che in assenza di comunicazioni di fonte medica, si alterna con gli altri familiari per dare informazioni ai giornalisti in attesa di notizie. «La prognosi è ancora riservata, ma c’è un leggero miglioramento», ha spiegato. Aggiungendo sorridendo, rivolta a chi le domandava se il papà avesse parlato, che «ha parlato sempre, non ha mai smesso di parlare, per chiedere delle nostre figlie o per commentare i fatti del giorno».
Biagi ha anche ricevuto la visita congiunta del direttore della Gazzetta dello Sport, Carlo Verdelli, e del Sole 24 Ore, Ferruccio De Bortoli. Che allontanandosi ha detto: «Abbiamo parlato, abbiamo molti ricordi in comune». Confermando di averlo trovato «relativamente bene, rispetto a ieri. Rimane lucido e sembra ci sia stato un lieve miglioramento».

E di un Biagi «attento, lucido, quello di sempre», ha parlato anche Antonio Di Bella, direttore del Tg3, precisando di aver trovato il grande giornalista «non a letto, ma seduto», quasi a dimostrazione della sua grande voglia di combattere. Perché come ha detto più tardi, fiera e commossa, la figlia Carla, «papà ha una tempra incredibile e sta combattendo come un leone».

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