Luca Russo
Lucho Figueroa tornerà presto in Argentina. Nei prossimi giorni prenderà un aereo che lo riporterà in Sud America, ma niente paura: si tratterà di un viaggio mirato semplicemente a valutare le sue condizioni con chi lo ha operato. Visite di controllo, al massimo una settimana, e poi tornerà a Pegli dove anche ieri si è allenato a parte. Il suo ginocchio ha cominciato a sgonfiarsi e così il delantero si è rivisto al Pio allontanando le voci che già da qualche giorno circolavano su una sua possibile conclusione anticipata dell'avventura rossoblù. In società restano fiduciosi sul suo recupero fissato a gennaio, ma ciò non significa che il presidente Preziosi non si voglia tutelare. Da tempo è stato bloccato Felice Evacuo, attaccante di 24 anni dell'Avellino, ma Gaucci e i suoi collaboratori starebbero ora battendo un'altra pista per garantire comunque sempre a Gasperini un ventaglio di soluzioni importanti nel reparto offensivo per una squadra chiamata a centrare la promozione. Anche perché nel quadro delle punte, com'è noto, potrebbe esserci un'altra perdita: quella di Giuseppe Sculli a giudizio il 25 novembre prossimo alla Commissione Disciplinare per l'ormai famosa vicenda che risale a Crotone-Messina del 2002. Allora vestiva la maglia del Crotone, oggi quella del Genoa, ma proprio sabato, per quella strana alchimia di coincidenze chiamata calendario, ritroverà la sua ex squadra. «Non ci penso molto - ha dichiarato ieri a Pegli - credo piuttosto che sarà una partita particolare per il mister. Noi dobbiamo concentrarci sul risultato». Già quella concentrazione che forse lunedì a Verona è venuta un po' meno nella ripresa. «Diciamo intanto che un pari non è da buttare via - ha sottolineato - anche a Modena e a Lecce sarebbe stato importante ottenerlo. Poi è chiaro che il mister vuole sempre che puntiamo alla vittoria». E lì, forse, dopo il pareggio la squadra ha rinunciato ad attaccare mandando su tutte le furie il tecnico. Sull'argomento Sculli non interviene direttamente e con una battuta preferisce ricordare che dall'altra parte c'era una squadra con il coltello tra i denti. «A Verona mi seguivano anche nei bagni - ha concluso sorridendo - eravamo sempre marcati non ci facevano respirare». Ora però l'attenzione è tutta sulla partita di sabato.
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