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In fin di vita la mente del colpo al Glasgow-Londra, ultimo bandito romantico

Ronnie Biggs, 81 anni e tre ictus, è stato ricoverato sabato 29 maggio in ospedale. Nel 1963 organizzò il colpo a un treno postale che frutto 2 milioni e mezzo di sterline dell'epoca. Arrestato, evase e si rifugiò in Brasile dove rimase fino al 2001 per poi costituirsi. Nel 2009 è stato scarcerato per motivi di salute

Si torna a parlare di Ronald «Ronnie» Biggs l'unico dei quindici uomini d'oro che riuscì a godersi la sua quota di bottino dopo «La Grande Rapina al Treno» (tutto maiuscolo perché di più grandi non ce ne sono mai più state) Glasgow-Londra. Due milioni e mezzo di sterline del 1963, forse 150 milioni di euro oggi. Ronnie infatti, ormai ultraottantenne e con tre ictus sulle spalle, è stato ricoverato in ospedale con forti dolori al petto. Potrebbe essere dunque la fine della folla corsa di questo bandito di mezza tacca che ideò un colpo più grande di lui. Per di più riuscito.
Poco meno di cinquant'anni fa Ronnie reclutò altri 14 balordi e l'8 agosto 1963, giorno in cui compiva 34 anni, diede l'assalto al postale. La banda si aspettava di trovare 300mila sterline, ma una festività scozzese avrebbe chiuso le banche nei giorni successivi e quindi era necessario fare loro il «pieno». Il piano era semplice: fare scattare un segnale rosso per fermare il convoglio in aperta campagna, costringere il macchinista a dirottarlo su un binario morto e svaligiare il «postale». Incredibilmente tutto funzionò più o meno alla perfezione e la banda si ritrovò poco dopo a spartirsi il bottino in una fattoria. Dove però lasciarono tali e tante tracce da permettere alla polizia di arrestare uno dopo l'altro i 15 rapinatori. Compreso Biggs che, però dopo 15 mesi in cella, riuscì a evadere in maniera roccambolesca.
Con una scala di corda fatta in cella, scavalcò i sette metri di muro della prigione di Wandsworth, e si rifugiò inizialmente a Parigi. Prima tappa le Folies Bergères, per spassarsela un poco dopo oltre un anno in gattabuia, poi da un chirurgo plastico per farsi rifare i connotati. Infine all'aeroporto per prendere un volo diretto in Australia, dove fu poi raggiunto da moglie e figli. Sulle sue tracce Scotland Yard mise uno dei suoi migliori investigatori, il commissario Jack Slipper (cognome sfortunato, significa «ciabatta») che lo individuò in Australia ma quando arrivò a prelevarlo, lui aveva già preso l'aereo per il Brasile. Dove si lasciò tranquillamente raggiungere e acciuffare da Slipper, tanto ormai era troppo tardi. Lui nel frattempo si era insediato a Copacabana, aveva messo incinta una spogliarellista di 19 anni, Xu Xu, al secolo Raimunda e quindi come padre di un bebé carioca era al riparo da qualsiasi estradizione.
Un dettaglio che lo fece entrare ancor più nella leggenda. La storia del «Great Train Robbery» aveva già fatto il giro del mondo, sia per l'entità del bottino sia perché il colpo era stato praticamente portato a termine a mani nude: nessuno dei quindi era armato. Così nel 1967 le gesta di Biggs & Co vennero narrate dal regista Peter Yates che affidò al famoso attore britannico Stanley Baker il compito di interpretare la mente della rapina. Che poi la leggenda rese assai più raffinata di quanto non fosse in realtà. Biggs per esempio doveva assoldare un macchinista in pensione che guidasse il treno su un binario morto. Ma quello sbagliò tutto e così toccò al vero guidatore, convinto con una randellata in testa, a fermare il convoglio al punto giusto.
Nel frattempo Ronnie si diede alla bella vita, tra ville lussuose e donnine allegre, brindando al «crimine che - lui soleva ripetere - «paga». Così presto i soldi finirono e lui fu costretto a lavorare, anche se a modo suo. Si trasformò in attrazione turistica organizzando nel giardino di casa ricevimenti a pagamento, un centinaio di euro a testa per parteciparvi. Nel 1981 venne rapito e portato alle Barbados da una banda che sperava in una ricompensa per averlo riconsegnato alla giustizia inglese. Ma le isole non avevamo mai sottoscritto alcun trattato di estradizione e lui potè tornarsene tranquillamente in Brasile. Amante della musica incise una canzone con i Sex Pistols dal titolo, manco a dirlo: «Nessuno è innocente». Quindi collaborò con alcuni musicisti per realizzare «Mailbag Blues», un musical sulla sua vita. Nel 1991 cantò con un band tedesca una canzone dal titolo emblematico «Police on my back», (più o meno «La polizia alla spalle») e nel 1993 tre brani insieme a un gruppo punck argentino. Oltre a diventare soggetto di film sulla sua vita avventurosa, interpretò egli stesso spot pubblicitari in cui recitava battute: «Quando sei in fuga, ti fa piacere una buona tazza di caffè». Non perse mai la sua strafottenza, una specie di Renato Vallanzasca senza pistola. Una volta a Rio attraccò la fregata britannica Danae e lui riuscì a salire a bordo, scroccare una birra e scendere senza essere riconosciuto. Nel caso, essendo la nave territorio inglese, sarebbe stato subito arrestato. L'ultima spacconata per i suoi 70 anni, l'8 agosto 1999: organizzò una festicciola che durò cinque giorni e fu una rimpatriata di vecchi malavitosi: una sfilata di «abiti firmati ed enormi orologi di marca». Uno dei presenti, giusto per non farsi notare, esibiva al collo un tirapugni d'oro massiccio.
Fu il suo canto del cigno, due anni dopo colpito da tre ictus che lo aveva lasciato muto alzò le braccia e si arrese alla giustizia britannica. Prima di partire da Rio, aveva espresso una volontà da condannato a morte: «Il mio ultimo desiderio è quello di entrare da suddito inglese in un pub di Margate (cittadina del Kent davanti a Calais)) e ordinare una pinta di birra». Fece il volo in compagnia di alcuni cronisti del Sun, che prima di sbarcare gli fecero indossare una maglietta pubblicitaria del celebre tabloid. In cambio ottenne 20mila sterline.
Il 7 maggio del 2001 si presentò davanti al giudice che non si fece impietosire dal suo stato di salute e lo spedì dietro le sbarre, dove rimase per 8 lunghi anni. Il 6 agosto 2009 come regalo di compleanno il ministro della Giustizia Jack Straw annunciò che a Biggs era stato rilasciato per motivi di salute. Era lo stesso che un appena anno prima aveva respinto la richiesta di scarcerazione presentata da Micheal, figlio di Biggs, sempre per motivi di salute. Il detenuto si trovava in quel momento ricoverato in un ospedale presso il carcere di Norwich nell'Inghilterra orientale, dove era stato trasferito dieci giorni prima per una grave polmonite. E i medici che lo avevano avuto in cura aveva dichiarato che vi erano poche speranze che si riprendesse. Invece la sua forte fibra gli ha regalato un altro anno di vita.

Anche se ora per Biggs potrebbe essere davvero prossima la fine «Aveva dei forti dolori al petto, è cosciente ma soffre molto» sono state le uniche parole di Micheal.

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