Economia

Finanziaria, solo 3 articoli Tremonti: irresponsabile fare altro deficit pubblico

Migliora il Pil, il gettito dello scudo allo sviluppo. Per le spese manovra da 3 miliardi. Le Regioni disertano l'incontro. I sindacati: meno imposte per i dipendenti

Finanziaria, solo 3 articoli  
Tremonti: irresponsabile  
fare altro deficit pubblico

Roma - Tre articoli di legge, più le tabelle: è davvero ridotta all’osso la Finanziaria 2010, che il governo presenta a imprese e sindacati, ma non alle Regioni che hanno disertato per protesta l’appuntamento di palazzo Chigi. In pratica, spiega il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, si tratta semplicemente dell’aggiornamento della manovra triennale che ha ottenuto «un vasto consenso internazionale».

Dall’inizio della crisi, aggiunge, il governo ha varato sei decreti legge - l’ultimo la scorsa estate con lo scudo fiscale, la Tremonti-ter, la sanatoria per colf e badanti, l’intervento sulle pensioni - «e non prevediamo altri interventi di manovra: fare altro deficit sarebbe stato da irresponsabili».
Tremonti, al tavolo del governo con Gianni Letta e i colleghi Scajola, Brunetta, Sacconi e Maroni, non ha fatto cifre sul quantum della Finanziaria, che viene approvata oggi dal Consiglio dei ministri: secondo indiscrezioni, non supererebbe i 3 miliardi di euro. Le eventuali disponibilità che verranno dallo scudo fiscale saranno destinate al fondo costituito presso la presidenza del Consiglio, e poi si deciderà come utilizzarle. Il ministro dell’Economia ha invece presentato qualche numero sull’andamento della congiuntura e dei conti pubblici: il prodotto interno lordo 2009 dovrebbe diminuire del 5% (-5,2% la stima precedente), mentre il rapporto deficit-pil si attesterà intorno al 5% (anziché il 5,3% prima previsto).
Oltre che «snella», la Finanziaria 2010 è anche una finanziaria di crisi. C’è spazio per gli interventi d’emergenza, come l’estensione degli ammortizzatori sociali, e per le spese indispensabili, come il finanziamento delle missioni militari internazionali.

Ma le richieste di sgravi fiscali presentate da tutti i sindacati non potranno, almeno in questa fase, trovare accoglienza. Cgil, Cisl, Uil, Ugl, ma anche associazioni imprenditoriali come la Confcommercio sollecitano la riduzione delle tasse sul lavoro dipendente. «Da quattro finanziarie - spiega Renata Polverini, segretario dell’Ugl - le famiglie e i lavoratori aspettano un intervento contro l’impoverimento dei redditi». «Ridurre le tasse non è irresponsabile», attacca Luigi Angeletti (Uil). Per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego sono stati stanziati 3,4 miliardi. In tre anni: 693 milioni per il 2010; 1.087 milioni per il 2011 e 1.680 milioni per il 2012. «È stata fatta la scelta politica di mettere pochi soldi, al contrario di quanto hanno fatto gli altri Paesi», attacca Guglielmo Epifani, segretario della Cgil.

Gli aggiustamenti potranno essere fatti, ma solo con maggiori entrate, replica Tremonti. Il gettito dello scudo fiscale, perché di questo evidentemente si tratta, sarà gestito direttamente dalla presidenza del Consiglio nel cosiddetto «Fondo Letta». L’extra-gettito sarà destinato allo sviluppo. Se, come appare scontato, la riformulazione dello scudo prevederà il limite del 15 dicembre, ci sarà il tempo per aggiunte dell’ultimo momento.

All’incontro di palazzo Chigi erano presenti 36 sigle imprenditoriali e sindacali, decisamente troppe, tanto da costringere i partecipanti a lunghe code per passare i controlli di sicurezza. Gianni Letta ha perciò dovuto ammettere che il format va rivisto «cambiando il rito». Non c’erano invece le Regioni: prima il governo deve fare chiarezza su sanità e fondi europei, spiega il presidente dei governatori, Vasco Errani.

Il premier Berlusconi dovrebbe incontrare le Regioni al suo rientro dal summit di Pittsburgh.

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