Fabrizio De Feo
da Roma
«È un trattamentoinaccettabile». Gianfranco Fini non usa mezze misure: se la proposta della presidenza di turno lussemburghese dellUe sul bilancio comunitario per il periodo 2007-2013 non sarà modificata si andrà al muro contro muro. E lItalia potrebbe decidere di esercitare il proprio diritto di veto. Uno strappo inevitabile nel caso in cui si cercasse davvero di mettere a segno un duro affondo ai danni del nostro Paese decurtando di quasi un terzo i fondi destinati alle nostre regioni svantaggiate.
«La valutazione dellItalia sullultima proposta della presidenza lussemburghese è fortemente negativa» dice il nostro ministro degli Esteri intervenendo al conclave di Bruxelles sulle prospettive finanziarie 2007-2013. «Se accogliessimo questo prospetto lItalia avrebbe un saldo negativo netto intorno ai 7-8 miliardi di Euro» denuncia Fini «e si tratterebbe di livelli non sostenibili né dal punto di vista politico né da quello finanziario visti gli obblighi imposti dal Patto di Stabilità». Il verdetto, quindi, è già scritto: «LItalia non può accettare riduzioni finanziarie che penalizzino in modo insostenibile le nostre regioni del Mezzogiorno rispetto ad altre regioni di altri Paesi membri caratterizzate da analoghe situazioni di ritardo di sviluppo». Il riferimento di Fini è a una sorta di trattamento a «doppio binario» con meccanismi che favorirebbero le regioni svantaggiate di Grecia, Germania e Spagna, tagliando fuori lItalia. In particolare le nostre regioni obiettivo 1, cioè Sicilia, Calabria, Puglia e Campania, vedrebbero volatilizzarsi dai 6 agli 8 miliardi di aiuti su un ammontare complessivo che prima viaggiava sui 25-26 miliardi, prendendo sulle proprie spalle i costi dellallargamento. Ma visto che la decisione finale andrà presa allunanimità, sarà impossibile arrivarci senza il nostro consenso.
«La nostra valutazione della proposta è fortemente negativa, anzi se possibile ancora più negativa di quella precedente, perché nessuna delle preoccupazioni espresse dallItalia è stata seriamente presa in conto», continua il nostro vicepremier. «La struttura di bilancio che emerge non corrisponde alle priorità che lUe si è data negli ultimi anni, e ci porterebbe verso una spesa agricola ipertrofica e sacrifici inaccettabili per la competitività e la coesione».
Il livello dello scontro rischia dunque di salire. Ma il ministro degli Esteri del Lussemburgo, Jean Asselborn, ritiene «possibile» un accordo. «Abbiamo fatto una proposta - spiega Asselborn - e questa sera ascolterò tutto quello che verrà detto.
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