Fini ribadisce il no: An non si scioglierà

Nuova chiusura da parte del leader di An a una convergenza nel Pdl lanciato dal Cavaliere: "Fine del bipolarismo? Dipende dalla lege elettorale". Bossi: "Silvio ha grande capacità politica". Cesa (Udc): "Non c'eravamo e non ci saremo". Veltroni: "Scopra le carte ma il governo non si tocca"

Fini ribadisce il  no: An non si scioglierà

Roma - "Alleanza nazionale non si scioglie non si scioglie e non confluisce nel nuovo partito di Berlusconi, a cui fa gli auguri e con cui si confronterà in Parlamento e nel paese per mandare a casa Prodi e costruire una alternativa alle sinistre". Lo afferma in una nota il presidente Gianfranco Fini, diffusa al termine dell’ufficio politico del partito. Puntualizzazione e conferma - ma con l'avallo dell'ufficio politico del partito che si è riunito questa sera - di quanto già detto al mattino, "non se ne parla proprio" nel corso di "Panorama del giorno" su Canale 5, condotto da Maurizio Belpietro.

Fini ha definito "plebiscitario e confuso" il modo in cui è stata presentata la proposta. "An non si scioglierà" per entrarvi, ha aggiunto. L’ex ministro degli esteri ha definito quella imboccata da Berlusconi una "scorciatoia plebiscitaria e personalistica". Nel nuovo partito, ha aggiunto Fini, An "non si scioglierà" e non è intenzionata ad entrare: "Non se ne parla proprio". Inoltre, ha aggiunto, "non ho capito se è nuovo partito o restyling di Forza Italia"». Ieri, ha detto il leader di An, Berlusconi ha "sostanzialmente archiviato la Cdl" e "l’idea di un grande raggruppamento di centrodestra è un’idea che a noi stava a cuore e sta a cuore. Certo il modo con cui ieri ha lanciato la proposta non ci interessa". "Eravamo pronti - ha aggiunto Fini - a discutere con Fi; saremo pronti a discuterne con il nuovo partito". Ma, ha concluso, "il modo in cui è stata fatta la proposta, così confuso, non ci interessa".

Poi però ammette: "Berlusconi, coi colpi di scena che gli sono congeniali, ha aperto scenari interessanti, ha fatto esattamente quello che diciamo da tempo. Lo avevo invitato a muovere le pedine. Ha cambiato strategia ed era ora che lo facesse. Oggi credo debba concentrarsi in modo particolare ad un confronto con il centrosinistra ad una nuova legge elettorale". "Berlusconi, leggendo i giornali, ipotizza di sostenere il referendum: un Berlusconi sostenitore del referendum sarebbe il massimo", quindi a giudizio di Fini, il "cambio di strategia c’è stato, ha cambiato radicalmente la sua strategia ed era ora che lo facesse, visto che c’è stata un’oggettiva apertura al confronto su legge elettorale e riforme" e questo "è positivo". "È chiaro che Berlusconi tenta di mettere il popolo di centrodestra in sintonia con la sua persona. È legittimo, forse esagera quando se la prende con coloro che nel centrodestra sono e restano indispensabile per non far vincere Prodi. Lo inviterei a riflettere su quanto gli ha detto Bossi: attenzione perché con le migliori intenzioni del mondo poi si rischia di fare l’interesse dell’altra parte".

Poi Fini attacca duramente il premier e il governo: "Prodi prima va a casa e meglio è per tutti, è il peggior governo della storia repubblicana. Purtroppo Prodi andrà a casa solo quando in Parlamento ci sarà un’alternativa e il dialogo e il confronto sulla legge elettorale può essere il Vietnam di Prodi, il terreno sul quale Prodi perde la sua partita dopo essersi salvato nel confronto sulla Finanziaria". Fini ha convocato nel pomeriggio a via della Scrofa l’ufficio politico di Alleanza nazionale.

La decisione in seguito al durissimo scontro in atto nella Cdl, culminato nella decisione di Silvio Berlusconi di fondare una nuova formazione politica alla quale An, come ha detto stamane il suo presidente, non prenderà parte. Dell’ufficio politico fanno parte, oltre a Fini, Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri, Andrea Ronchi, Donato Lamorte e Gianni Alemanno.

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