Finmeccanica, in Giappone un contratto da 100 milioni

Finmeccanica, in Giappone  un contratto da 100 milioni

nostro inviato a Tokyo

Era la prima volta per Finmeccanica in Giappone. Almeno al salone dell'aerospazio. Perché in realtà il gruppo italiano è presente a Tokyo da più di vent'anni. Una presenza che è destinata a crescere. Proprio ieri AgustaWestland ha chiuso un nuovo contratto: 16 elicotteri, per un valore di circa cento milioni di euro, acquisiti dalla Kanematsu Corporation. Il mercato giapponese degli elicotteri rappresenta un potenziale di 5-6 miliardi di euro per i prossimi anni, e l'azienda di Finmeccanica conta di conquistare una fetta pari ad almeno il 30 per cento. Fino ad oggi sono stati venduti, tra comparto civile e militare, più di 80 elicotteri, compreso quello in cui viaggia l'imperatore. Al salone di Tokyo facevano bella mostra di sé l'AW109 Power nella configurazione ambulanza e il Grand allestito per Vip, anche se a Tokyo verrà utilizzato dalla polizia.
Il Giappone in realtà rappresenta per Finmeccanica una scommessa ancora più importante. Gli inglesi di Bae Systems insieme al gruppo italiano sono alla ricerca del colpaccio nel settore dei caccia. Tra pochi mesi infatti dovrebbe essere ufficializzata la gara per la sostituzione di una quarantina di vecchi apparecchi. E l’opportunità di entrare sul mercato con il competitivo Eurofighter non è remota. «Il programma Eurofighter - dice al Giornale Giorgio Zappa, direttore generale di Finmeccanica - costituisce l’esempio emblematico di quella politica che ci vede interessati a sviluppare partnership con le industrie aerospaziali e della difesa locali nei mercati chiave. Infatti il programma Eurofighter Typhoon coinvolgerebbe anche le industrie giapponesi nel suo sviluppo».
L’idea di Finmeccanica e degli alleati inglesi di Bae è quella di rompere il tradizionale monopolio americano negli apparecchi militari giapponesi. Ci sono due fattori fondamentali su cui si punta. Il primo è di tipo industriale: il programma europeo prevede importanti trasferimenti di tecnologia. In sostanza non si invia l'apparecchio chiavi in mano, ma si collabora con l’industria locale alla sua costruzione. La tradizione americana è invece quella di celare ogni tipo di informazione costruttiva e tecnologica all’acquirente. Un secondo aspetto è di tipo commerciale. L’apparecchio di punta americano oggi è l’F22, ma Washington ha impedito la sua esportazione. Dunque il Typhoon risulta un prodotto di eccellenza ancora maggiore. Il programma potrebbe valere fino a 4 miliardi di euro, tra apparecchi, supporto logistico e formazione. Alenia Aeronautica ha circa un quinto del consorzio Eurofighter, ma grazie alle recenti acquisizioni di Finmeccanica nel settore dell’avionica, la quota italiana del consorzio sale a circa il 36 per cento.


Per Zappa infine un ulteriore capitolo di collaborazione potrebbe nascere dall'elettronica della difesa «dove stiamo lavorando con le industrie giapponesi per individuare le aree di collaborazione più interessanti in questo campo».

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