Fiorentina e Vieri gli anti Inter «Ma non durano»

Mancini dubbioso: «Bella ma giovane, resterà un’outsider» Bobo e Pazzini spot del viaggiare sicuro; Ibra della folle velocità

Fiorentina e Vieri gli anti Inter «Ma non durano»

Sarà? O non sarà? Sfogliamo la viola. Per scoprire se parliamo di anti-Inter o solo di nuovo calcio paradiso. La Fiorentina va, sembra una canzoncina fresca dal ritornello facile. L’Inter non si ferma, riecheggia l’interminabile «Vincerò!» di Pavarotti. Ma in questo nostro pallone che di nuovo ha ben poco, non l’Inter carro armato e nemmeno la Roma sprizzi e sprazzi, la Juve eterna indomabile e perfino il Milan nel suo sgrammaticato giocar in Italia, la Fiorentina rappresenta la variabile indipendente: ovvero, comunque vada sarà un successo. Lo pensano i tifosi toscani. Lo credono gli avversari in zona Champions, che aspettano il momento per scavalcarla.
Intanto la Fiorentina è appena dietro ai campioni d’Italia, in attesa dello scontro diretto del 2 dicembre. Chi ci avrebbe scommesso? Forse Prandelli. Non Della Valle che ha appena ammesso: «Non pensavamo di crescer così in fretta». Mancini ha preso le misure, conosce l’ambiente. Vista dall’Inter, la Viola è bella ma ancora un po’ ragazzina. Spiega il tecnico interista: «Ha il vantaggio di essere una squadra di giovani. Vive di grandi entusiasmi, potrà essere fastidiosa, rimanere attaccata al gruppo per tanto tempo. Può essere una outsider rispetto a quelle preventivate». In sintesi: sarà vera, ma non ci credo. Eppure la Fiorentina sta facendo tanto e talvolta meglio dell’Inter. È l’unica italiana imbattuta nelle coppe europee e in campionato. Come lei, in Europa (campionato+coppa), solo altre due: Arsenal e Porto. Se l’Inter recita come un rosario il suo record d’imbattibilità, a Firenze non stanno peggio: non perdono in campionato, guarda caso come l’Inter, dal 18 aprile. I nerazzurri sconfitti a San Siro dalla Roma, i viola a Parma: entrambe con due gol di scarto.
L’osservazione non guarda al solito ibrido statistico, piuttosto al fatto che la Fiorentina, nel frattempo, ha subito meno gol dei nerazzurri (quest’anno sono pari: 7 a testa) e segnati pochi di meno. Il cannoniere interista oggi è l’Ibra-Van Basten, quello fiorentino un romeno che ha scoperto l’Inter: leggasi alla voce Mutu. Come vedete Inter e Fiorentina sono più vicine di quanto sembri. Salvo nel conto economico: Prandelli ha costruito una squadra di giovani speranze e qualche stella facendo spendere 26,8 milioni di euro e avanzare al padrone suo un milione di euro. Invece Mancini continua a voler una squadra di stelle e anche quest’anno il conto è andato in rosso di 12,75 milioni, con una spesa di 31,9 milioni.
D’accordo l’Inter non può sbagliare niente, la Fiorentina quasi tutto. Ma c’è di peggio: l’Inter si sta gustando la conferma della grandezza di Ibrahimovic, ma pure dei suoi fratelli (Crespo e Cruz). La Fiorentina perso Toni (ha segnato anche ieri), ha riscoperto la vena di Bobo Vieri, un po’ vecchio, un po’ lunatico, forse meno divo e più goleador rispetto agli ultimi tempi milanesi (si trattasse di Inter o di Milan). Finora Bobo ha realizzato 3 gol in campionato e 2 in coppa, è entrato nella parte che non è mai stata sua: vecchio saggio. Ci riuscirà fino in fondo? Mancini qui è proprio diplomatico: «Vieri si è calato bene nella parte del più esperto. Credo possa essere utile, dare una mano. Alla fine dei conti essere positivo». Per ora Vieri è un uomo da spot, lo vogliono le Ferrovie dello Stato, visto che da Prato arriva sempre in treno.

Poi c’è Pazzini, il suo alter ego in campo, che pubblicizza la guida sicura dai manifesti sui muri di Firenze. «Vai sicuro» in alternativa al «vai da pazzo» che Ibra pubblicizza sul campo. Forse questa è la vera differenza tra Inter e Fiorentina.

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