Fiumicino oscura il sito del Papa: vietato aprire le pagine religiose

I punti web dell’aeroporto negano l’accesso come fosse un indirizzo a rischio

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Andrea Tornielli

da Roma

«!L’accesso a questo sito è vietato!»: la scritta perentoria, incorniciata tra due punti esclamativi, appare sul video e lascia di stucco, provocando un attimo di smarrimento e la sensazione di aver commesso qualcosa di moralmente riprovevole. Ci troviamo all’aeroporto di Fiumicino, dove da qualche anno sono state approntate alcune postazioni per poter navigare online gratuitamente in attesa del volo, e non abbiamo digitato l’indirizzo di un sito pornografico, non abbiamo tentato di aprire la pagina web di un sito fondamentalista o antisemita, non abbiamo cercato di visionare immagini truculente o compromettenti. Abbiamo soltanto digitato l’indirizzo www.vatican.va, quello del sito Internet ufficiale della Santa Sede, dov’è possibile consultare il bollettino con le notizie vaticane e leggere i testi dei discorsi del Papa e i documenti delle congregazioni. Nemmeno le innocue pagine web del Vaticano sono dunque sfuggite alle maglie del severissimo filtro che «oscura» la visione dei siti proibiti.
Il messaggio di divieto è firmato da «Websense enterprise», un potente «filtro» che - recita la pubblicità - «vi permette di impedire l’accesso a siti infetti, bloccare malicious mobile code e spyware... e proteggere la vostra azienda da attacchi alla sicurezza». In sostanza, il filtro impedisce l’azione di quei segnalatori occulti che immagazzinano informazioni sui dati di chi naviga e sui siti che visitati. «Websense» blocca autonomamente qualsiasi accesso a siti pornografici, che propagandano violenza, droghe, alcool e tabacco, e anche quelli che si occupano di aborto (sia in senso favorevole che contrario). A queste restrizioni automatiche ne possono essere aggiunte altre, facoltative. Il sito della Santa Sede, si legge, nel messaggio comparso sul video del computer, appartiene alla categoria «religioni tradizionali», non si sa perché «vietate». Per quale motivo gli «internauti» in attesa di prendere l’aereo non possono «visitare» un sito religioso? Un eccesso di laicità alla francese trasferita nel web? E pensare che proprio nell’aeroporto Leonardo da Vinci esiste fin dal 1961 - anno della sua fondazione - una cappella dove viene officiato il rito cattolico, e da qualche anno, agli arrivi internazionali, è stata inaugurata una «prayer room», una stanza di preghiera interreligiosa, dove sono presenti i simboli delle principali fedi.
La postazione Internet con vari computer online, dalla quale abbiamo provato invano a più riprese, in giorni diversi e pure a distanza di qualche mese, a collegarci al sito vaticano, è quella nell’area dedicata ai voli per Milano ed è espressamente destinata ai «passeggeri Alitalia», anche se nessuno ti viene a chiedere la carta d’imbarco per controllare con quale compagnia stai per volare o sei appena atterrato. L’iniziativa di mettere a disposizione gratuitamente una connessione Internet veloce ai viaggiatori in attesa riscuote notevole successo, dato che spesso bisogna fare la fila per poter conquistare un pc: la maggior parte degli «internauti» li utilizza per controllare la propria posta elettronica, ma c’è anche chi consulta le ultime notizie di cronaca, di sport, di finanza. Oltre alla pornografia, resta dunque «off limits» tutto ciò che è collegabile alla religione. La società aeroporti di Roma non gestisce direttamente queste postazioni (una è affidata a Telecom, l’altra ad Alitalia), e non è improbabile che il filtro antireligioso sia stato inserito per eccesso di zelo o per non si sa quali motivi di sicurezza.


«Filtro» e «filtranti», in ogni caso, possono stare tranquilli: il sito vaticano non ha mai «infettato» nessuno, né raccolto indebite informazioni o fornito via web battesimi occulti. E se all’aeroporto di Fiumicino c’è la «stanza di preghiera» adatta per ogni fede non si vede perché debba essere proibito «navigare» sui siti delle «religioni tradizionali».

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