Era appena rientrato dalla squalifica di due mesi per il caso scommesse che lo aveva visto coinvolto un anno e mezzo fa. Una telefonata con lallora laziale Fabio Bazzani aveva fatto condannare Francesco Flachi per violazione dellarticolo uno. A novembre era rientrato a giocare con la Sampdoria, trascinata intanto da Fabio Quagliarella, con la solita classe e tanta voglia di chiudere in blucerchiato la sua carriera. Ora però potrebbe davvero dire addio, a 32 anni, al calcio giocato. Ieri il numero dieci sampdoriano infatti è stato trovato positivo al controllo Coni-Nado: nelle analisi sono state rilevate tracce di Benzoilecgonina, metabolica della cocaina. Lesame risale alla gara di campionato disputata il 28 gennaio scorso contro lInter e terminata 2-0 a favore dei nerazzurri. Flachi aveva giocato fino al 24 della ripresa, rilevato poi da Bonazzoli. Appena appresa la notizia, il giocatore ha immediatamente lasciato il campo dallenamento di Bogliasco senza neppure cambiarsi: «Giorno di permesso», si è affrettata a comunicare la società. Intanto il numero dieci, in attesa delle controanalisi e della sospensione che arriverà oggi dalla Lega Calcio, è rientrato a casa, apparentemente sereno: «Sono tranquillo, al momento opportuno chiarirò tutto. Mi dispiace solo per la mia famiglia (moglie e due figli, Benedetta e Tommaso nato pochi giorni fa, ndr)».
Lamministratore delegato Beppe Marotta non ha voluto commentare la notizia (il presidente Riccardo Garrone in questi giorni è in Argentina), mentre il tecnico Walter Novellino, dopo la rabbia iniziale, è apparso piuttosto affranto: «Mi dispiace per Francesco, per me è come un figlio». Facce cupe, insomma. Anche perché Flachi, pur essendo già stato protagonista in passato di episodi movimentati, è sempre stato il cuore e lanima della Sampdoria. Nel marzo del 1996 lattaccante toscano era stato anche indagato per detenzione ai fini di spaccio di cocaina. Allepoca fu difeso dallavvocato Nino DAvirro: «Fu messo in mezzo - spiega il legale - ma venne immediatamente ascoltato dal pm e chiarì tutto, tanto che la sua posizione fu immediatamente archiviata». Insomma, una carriera fatta di tanti alti e qualche momento difficile: il 4 aprile dovrà anche comparire davanti al giudice di pace per diffamazione. Ieri Stefano Piovani - lavvocato che lo assiste in questa vicenda - ha dichiarato: «Bisogna attendere i risultati delle controanalisi prima di pronunciarsi».
Poi, c'è tutto il contorno: c'è la tifoseria blucerchiata che ha perso il proprio leader.
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