Cultura e Spettacoli

Flynn, Dean e la Turner i divi della trasgressione

In dvd i film delle antiche star: tanto diverse dai Clooney e dai Bloom, tutti casa e famiglia

Flynn, Dean e la Turner i divi della trasgressione
Il titolo di un racconto bondiano di Ian Fleming recitava: Si vive solo due volte. Una massima che vale solo per i divi del passato. Le star di oggi, infatti, sono professionali, prevedibili ed inaffondabili. Protraggono la loro carriera all’infinito, bravi ragazzi tutta casa e famiglia, magari più di una, che è il massimo della trasgressione. La sola Angelina Jolie, il cui cognome contraddice l’attitudine alle complicazioni, difende come può il diritto di essere moralmente inadempiente, limitandosi però a cambiare mariti e idee, senza guastare il trucco.

Poi è una cascata di soggetti virtuosi, come George Clooney, Matt Damon, Leonardo DiCaprio, Brad Pitt, Orlando Bloom, Josh Hartnett, Tobey McGuire, Keira Knightley, Will Smith, Jennifer Connelly, Cate Blanchett, senza tuttavia dimenticare che oggi esistono agenzie che per cifre da capogiro possono criptare le cattive notizie sui nuovi numi.

Il mestiere dell’attore non è più la conseguenza di un talento imperioso, è solo una bella opportunità di mettersi in mostra, basta un fisico adeguato. Ad essere anticoformisti, oggi provvedono divetti televisivi, eroi dello sport, prodotti scadenti del gossip, là dove un tempo fare l’attore era la conseguenza di un temperamento esagerato ma sincero. Le celebrità del passato, schiavi dei tycoon, delle majors, soffrivano il loro ruolo con debordante passionalità.

Come gli dei dell’Olimpo tracciavano le linee del loro destino fino alla nemesi, molto spesso scomparendo ancora giovani. Capitolo doloroso, che conta più morti della Guerra dei Cent’anni, per stelle del cinema che oggi risplendono ancora nei dvd. Rodolfo Valentino muore a soli trentun’anni per motivi che pochi hanno individuato, dando luogo ad un’ondata isterica davvero epocale. Marilyn Monroe, della quale sappiamo più di quanto sia umanamente consentito, tranne le cause della sua morte a soli trentasei anni, che ha scatenato ogni sorta di illazioni. James Dean se ne andò sfracellandosi su una Porsche, dando luogo a un mito artisticamente immeritato. La chiacchierata Lana Turner si dichiarò assassina del suo amante, il mafioso Johnny Stompanato, solo per salvare la figlia minorenne, vera autrice del delitto. Errol Flynn, un grande attore sottovalutato, dissoluto come pochi, morì a soli quarantanove di stravizi. Gig Young, gran commediante e magnifica spalla in numerosi film, a più di sessant’anni uccide la giovane moglie per gelosia e si suicida accanto al cadavere della donna amata.

Alan Ladd, attore di valore, ossessionato dalla statura, si diceva che era troppo basso per essere anche bravo, peccato che fosse alto come Humphrey Bogart, si uccise ignorando la nomination all’Oscar ’64 per l’interpretazione di L’uomo che non sapeva amare. William Holden, attore e uomo stimatissimo, viene trovato morto nel 1962 in un appartamento, dissanguato dopo avere battuto la testa contro uno stipite. Il grande divo del muto, Ramon Novarro, ormai anziano viene ucciso con modalità irriferibili da due giovani omosessuali. La bionda esplosiva Jayne Mansfield muore decapitata in un incidente d’auto. Judy Garland, madre di Liza Minnelli e straordinaria cantante, a quarantott’anni, l’età di oggi della splendida Sharon Stone, è una donna avvizzita e disperata per l’abuso di tranquillanti: si suicida a Londra in una stanza da bagno, recidendosi i polsi con i cocci di una bottiglia e ingurgitando barbiturici. La bellissima moglie di Roman Polanski, Sharon Tate, è vittima della mattanza messa in atto dal folle Charlie Manson nel 1969.

George Reeves, interprete televisivo del personaggio di Superman, si spara per motivi tuttora sconosciuti.

L’elenco potrebbe continuare, a dimostrazione che i divi di oggi hanno, al contrario dei loro predecessori, fortuna e capacità professionali. Pur compiacendoci per la loro longevità, non si può non commuoversi di fronte alla folle, ingenua battaglia per l’esistenza che ogni divo del passato affrontava senza timori. Un ultimo ed emblematico ricordo per il grande caratterista George Sanders, che a sessantasei anni si uccide, nel 1972, lasciando un biglietto sul quale è scritto: «Addio soave fogna!»
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