«Li avete uccisi due volte». Duro, ma esplicito lenorme striscione esposto ieri pomeriggio da un centinaio di attivisti di Blocco Studentesco e Fiamma Tricolore piazzati con tricolori e bandiere dellIstria davanti al teatro Brancaccio. Nessun incidente, solo rabbia e sgomento per limprovviso annullamento, deciso dalla dirigenza del teatro, della conferenza «Anche le pietre parlano italiano, una giornata organizzata in ricordo, della strage delle Foibe».
Lappuntamento era stato organizzato per oggi dalla Consulta provinciale degli studenti con lobiettivo di sensibilizzare gli studenti sulla tragedia che colpì il popolo Giuliano-Dalmata. Preso di mira soprattutto il direttore artistico del Brancaccio, Maurizio Costanzo «reo - secondo Fiamma Tricolore - di aver fatto marcia indietro, cedendo al ricatto di tutti quelli che vogliono continuare a dimenticare la tragedia delle Foibe».
Per lultrasinistra si tratta dellennesima battaglia vinta con la forza, più che con gli argomenti. «È unaltra grave ferita alla democrazia e alla libertà nella città di Roma - afferma Marco Marsilio, capogruppo comunale di An-. Un gruppo universitario di estremisti di sinistra ha letteralmente terrorizzato il direttore del Teatro, Maurizio Costanzo, arrivando a lanciare fumogeni tra il pubblico nei giorni scorsi e annunciando contestazioni e manifestazioni violente per impedire che si tenesse la celebrazione. A questi estremisti hanno dato fiato esponenti della sinistra radicale, ma anche il delegato alla Memoria del sindaco Veltroni, Alessandro Portelli». «La Consulta - conclude - è un organo istituzionale e rappresentativo. Ha correttamente chiesto e ottenuto dalle organizzazioni studentesche che volevano fare manifestazioni concomitanti di parte, di farlo distanti e separati, proprio per garantire pluralismo e rappresentatività. La decisione di Costanzo e Di Francia sancisce il fatto che a Roma gli studenti non possono celebrare con le associazioni degli esuli il ricordo della tragedia delle Foibe. È una pagina nera e vergognosa per la città di Roma. Qualcuno deve chiedere scusa alle migliaia di esuli che vivono a Roma».
«Le dichiarazioni della Fgci, del Pd, del Pdci, dellUnione degli studenti e degli altri gruppi e gruppuscoli della galassia della sinistra sono sconcertanti - aggiunge Marco Perissa di Azione Studentesca -. Ormai, a Roma, questi nostalgici delle dittature comuniste dichiarano candidamente il loro comportamento autoritario e rivendicano con orgoglio la limitazione alla libertà e alla democrazia di cui si rendono partecipi.
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