Folgorato sulla via di Fiumicino Marrazzo vuole salire sulla Fenice

E Galan scherza: «Non ha gli occhi per piangere. Che abbia un tesoretto nascosto»?

da Roma

Roberto Colaninno a gli altri soci privati della cordata «Cai», in pista per rilevare e rilanciare l’Alitalia, da oggi possono dormire fra due guanciali. Saranno infatti in grado di contare, se l’ammetteranno nella nuova compagnia, su un socio davvero pesante: la Regione Lazio. Dopo aver dato brillante prova delle proprie doti imprenditoriali come commissario di se stesso, alle prese con un buco storico dei conti sanitari laziali pari a 9 miliardi di euro, Piero Marrazzo convoca i giornalisti e dopo una riunione del «tavolo interistituzionale» con sindacati ed enti locali annuncia: «La Regione Lazio chiede di entrare nella Compagnia aerea italiana». Oggi vedrà Colaninno a Roma.
Marrazzo dimostra di avere le idee chiare. Dice di proporre la presenza della Regione Lazio nella Cai «a patto che sia una compagnia competitiva»; allo stesso tempo, osserva che il motivo della richiesta è «la difesa degli interessi della Regione». Chiede inoltre al presidente della Regione Lombardia di proporsi ugualmente come socio della cordata Colaninno. Roberto Formigoni risponde così: «Non siamo statalisti, non entreremo in Cai».
Trafitto dalla nuova passione per il trasporto aereo, Marrazzo cancella con un colpo di spugna le critiche feroci del suo partito, il Pd veltroniano, al salvataggio dell’Alitalia orchestrato dal governo Berlusconi. Non è stato proprio Veltroni a parlare di una «compagnia di bandierina», che sarebbe scaturita dal piano del governo, «inadeguato e demagogico»? E non è stato Pierluigi Bersani a dire che «non pochi imprenditori privati hanno partecipato alla cordata con la pistola puntata alla testa»? Anche Marrazzo è sotto la minaccia dell’arma? Se il presidente della Regione Lazio è pronto a investire una fiche di 10-20 milioni di euro non suoi (si tratta, infine, sempre di denaro del contribuente) forse il piano non è un «imbroglio», e forse non è esatto che - come ha detto Enrico Letta - «il governo sta pilotando il fallimento di Alitalia». Non è il solo Marazzo a essere folgorato sulla via di Fiumicino. Il presidente della Provincia di Roma, il democratico Nicola Zingaretti, concorda con il governatore del Lazio sulla «necessità di battere un colpo, per essere ascoltati». Plaude anche il capogruppo del Pd in commissione Trasporti della Camera, Michele Meta: «La proposta di Marrazzo è audace e coraggiosa». E il segretario della Uil, Luigi Angeletti, dice: «Se ha i soldi, perché no»?
Alla prima parte della domanda di Angeletti, risponde il governatore del veneto Giancarlo Galan: «Il Lazio non ha neppure gli occhi per piangere, e con la sua richiesta di entrare nella nuova Alitalia si espone al ridicolo... a meno che Marrazzo non abbia un tesoretto nascosto».

Alla seconda parte della domanda - perché no? - risponde un esponente del Pd: «Che l’attuale situazione disastrosa dell’Alitalia sia stata resa irreversibile per il concorso di responsabilità politiche, che hanno pesato come un macigno, è nei fatti». Lo ha detto al Corriere della sera il parlamentare del Pd Matteo Colaninno. Caro Marrazzo, vogliamo davvero fare il bis?

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