Il folk latino piange Mercedes Sosa

Ha frequentato spesso i palcoscenici italiani, pasionaria della «nueva cancion» e della tradizione popolare argentina con brani come Vuelvo al sur, Que sera sera, Cantiamo ancora e soprattutto Gracias a la vida, il traditional scritto da Violeta Parra. Mercedes Sosa, detta «La negra» e «La voce dell’America Latina», è morta a 74 anni in un ospedale di Buenos Aires dopo una lunga malattia.
Passione per il folk e impegno politico-sociale sono state le sue bandiere. È stata la Joan Baez argentina (e con la Baez ha spesso duettato), dalla voce bassa eppur potente, sostenuta dalla sofferenza esistenziale e dalla passione delle sue ballate, erede del mitico folksinger Atahualpa Yupanqui, del calore della chitarra di Violeta Parra ma anche della poesia di Neruda. «Non sono un’attivista politica - ha detto l’anno scorso, prima di suonare nel nostro Paese - ma mi piace raccontare le storie vere del mio Paese, le grandi tragedie che abbiamo vissuto e che non possono essere dimenticate. Ogni canzone che porto sul palco è legata a un ricordo vero, a un pezzo di vita. Ho avuto la fortuna di farmi conoscere e sento il dovere di far sentire la voce di chi non ha mai potuto parlare». Per aver cantato la gente «senza terra», per anni ha dovuto starsene lontana dalla sua Argentina, esule e cittadina del mondo con amici come Sting, Caetano Veloso, Milton Nascimiento e da noi con Bocelli, Lucio Dalla (tra i suoi cavalli di battaglia ha inserito Caruso), Franco Battiato che facevano a gara per cantare con lei. E lei ribatteva: «La musica italiana è meravigliosa. Per me Battiato è la composizione, Mina la forza, Ornella Vanoni la dolcezza». Nel 1997, malata e depressa, voleva mollare tutto: «Avevo perso 38 chili, volevo abbandonare ma poi lentamente sono tornata. Ho interpretato Renascerè con musica di Astor Piazzolla e poi sono diventata un’altra grazie alla Missa criolla, un capolavoro mistico e senza tempo». «È stata meravigliosa, ha trasmesso al mondo intero attraverso la musica la nostra richiesta di rispetto dei diritti umani», ricorda il cantautore Victor Heredia. Era molto amata ma si schermiva sempre: «Non avrei mai pensato di cantare per vivere, ma quelle sale da concerto piene di gente mi hanno spronato a farne un mestiere». Un mestiere, o meglio una vocazione che l’ha portata dal Colosseo alla Carnegie Hall passando per la Cappella Sistina dove nel 1994 si è esibita per Giovanni Paolo II.


Non era un’artista che amava stare sotto i riflettori, ma tra il 2000 e il 2006 ha vinto tre Grammy latini per il miglior album folk e pochi mesi fa è uscito il doppio cd di duetti Cantora, in cui Mercedes è affiancata da star come Veloso, Lila Downs, Shakira.AL

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