Fondi tagliati, il presidente viaggia in auto

Lo sloveno Drnovsek si farà 2000 chilometri in macchina per visitare re Juan Carlos a Madrid

Roberto Fabbri

Il governo ha deciso di tagliare i fondi per le sue visite ufficiali all’estero e lui, il presidente della Slovenia (Paese della ex Jugoslavia indipendente dal 1991 e membro dell’Unione europea dal 2004) non ha fatto una piega: non posso andare a Madrid dai reali di Spagna in aereo come mi competerebbe per rango? Pazienza, ci andrò in macchina.
Janez Drnovsek, 56 anni, non è un tipo banale. Economista di formazione, già membro della presidenza collegiale jugoslava negli anni finali della federazione guidata dal partito comunista, fu tra i protagonisti della svolta che portò quindici anni fa il suo Paese a una repentina indipendenza in modo sostanzialmente pacifico. Mentre infatti Croazia e Bosnia pagarono un tragico tributo di sangue per l’approdo allo stesso risultato, in Slovenia ci fu solo qualche scaramuccia coi «federali», poi Belgrado cedette, per alcuni «unta» con una sorta di riscatto in denaro, secondo altri perché non interessata a quel lembo nordoccidentale di uno Stato federale in disfacimento.
Sia come sia, Drnovsek divenne presto il leader di un partito liberaldemocratico (di centrosinistra). In questa veste fu capo del governo quasi ininterrottamente dal 1992 al 2002, quando fu eletto presidente della Repubblica battendo la candidata del centrodestra. Come non di rado accade a chi raggiunge questa importante carica, ha ritenuto di cambiare radicalmente stile, nel suo caso proponendosi ai connazionali come una sorta di loro autorevole vicino di casa e spogliandosi della rigida immagine di uomo delle istituzioni.
Colpito da un tumore al rene, col quale convive e lotta da cinque anni, si è trasferito in campagna dove pratica la meditazione buddista e si è trasformato in una sorta di ambasciatore del veganesimo, la variante più estrema del vegetarianismo, diventando anche un attivista dei diritti degli animali. Si è dedicato a livello internazionale alla difesa dei diritti umani, in particolare proponendo all’Onu un piano per la soluzione della tragica crisi del Darfur, e all’inizio del 2005 ha creduto che fosse giunto anche il momento di tagliare con il proprio passato politico, lasciando i liberaldemocratici e fondando un Movimento per la giustizia e il progresso che di fatto è una specie di forum attivo su internet. Lontano dalle sirene del politicamente corretto ha detto che «ormai la gente non crede più nei partiti e nella partitocrazia».


Forse per questo l’attuale premier sloveno Janez Jansa (centrodestra), infastidito dal suo protagonismo un po’ eccentrico, ha pensato di tagliargli i finanziamenti per i viaggi all’estero. Drnovsek ha dovuto rinunciare a recarsi a Palazzo di vetro, ma da re Juan Carlos e consorte si presenterà come promesso: in macchina, alimentando la sua leggenda di presidente dei cittadini.

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