Antonio Signorini
da Roma
Il governo non modifichi o peggio abolisca le riforme del mercato del lavoro varate in passato, a partire dalla Biagi. Le confermi e, semmai, le completi seguendo lesempio dei Paesi come la Spagna. Linvito del Fondo monetario internazionale non è per il momento ufficiale, anche perché la missione dellorganizzazione di Washington nel Belpaese non è ancora terminata e il documento deve ancora essere stilato. Ma la linea dellFmi è emersa chiaramente ieri allincontro tra la delegazione guidata da Alessandro Leipold e i tre principali sindacati italiani rappresentati da Marigia Maulucci della Cgil, Domenico Proietti e Guglielmo Loi entrambi della Uil e Giorgio Santini della Cisl. Un incontro caduto allindomani della manifestazione anti precarietà della sinistra radicale e della notizia che il governo avvierà in gennaio il tavolo per superare la legge Biagi e limitare luso dei contratti di lavoro a tempo determinato.
Il Fondo ha sempre valutato positivamente la legge Biagi e ieri ai sindacati Leipold ha ribadito la linea sostenendo che lItalia sul lavoro «non deve tornare indietro mentre dovrebbe andare nella direzione delle riforme con il completamento della legislazione attraverso nuovi ammortizzatori sociali». Altro auspicio del Fmi è che lItalia prosegua nella strada delle riforme seguendo il «modello spagnolo» di mercato del lavoro che consiste in una forte flessibilità allentrata e in incentivi per quei posti di lavoro precari che vengono stabilizzati. Unimpostazione, quella del Fmi, in sintonia con le posizioni di Cisl e Uil, meno rispetto a quella della Cgil e del governo di centrosinistra che punta a interventi normativi per limitare il ricorso al lavoro che non sia subordinato e a tempo indeterminato.
Per il resto la delegazione del Fondo non è entrata nel dettaglio delle politiche economiche né della legge Finanziaria 2007 e si è limitata a rassicurare i sindacalisti a proposito dei temuti effetti della manovra sulla crescita economica. Sulle pensioni solo una battuta a proposito del Tfr e del trasferimento allInps delle quote: se tutti i lavoratori sceglieranno di destinare la propria liquidazione ai fondi pensioni si aprirà «un buco nei conti pubblici».
Il superamento della Biagi continua a animare il dibattito politico e sindacale. Michela Vittoria Brambilla, presidente dei giovani di Confcommercio, ha chiesto al governo di non toccare la riforma del lavoro dopo che «il venticello della ripresa è già stato soffocato dalla prospettiva delle tasse».
Ma a occupare le segreterie di sindacati e associazioni datoriali in questi ultimi due giorni è stata soprattutto la questione dei contratti a termine (che secondo una stima dellIstat riguardano sempre più italiani: nel secondo trimestre 2006, 2 milioni 214mila, pari al 9,5 per cento del totale delloccupazione). Le «linee guida» annunciate dal ministro del Lavoro Cesare Damiano, e cioè lannuncio si renderà più restrittiva la normativa sul lavoro a tempo determinato, limitando la possibilità di rinnovare i contratti e i casi in cui possono essere applicati, sono state criticate da imprese e sindacati, fatta eccezione per la Cgil. Alle parti sociali Damiano ha dato tre mesi di tempo per trovare un «avviso comune». E, se non verrà trovato un accordo, il governo varerà una legge senza coinvolgere sindacati e datori. Confindustria ha criticato aspramente la decisione di Damiano. Il vicepresidente Alberto Bombassei ha detto che leffetto di questa riforma «sarà peggiore di quello suscitato per il Tfr». Ieri anche i rappresentanti di Viale dellAstronomia hanno incontrato la delegazione del Fmi e lincontro è stato quasi monopolizzato da questi temi.
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