Domenica, ore 13. Nel viavai di turisti e romani, un senzatetto raggiunge con la sua casa-bagaglio, piazza della Pilotta, nel cuore del centro storico. Si avvicina alla fontana sul lato sinistro della piazza, dominata dalla Pontificia Università Gregoriana. Si guarda intorno per controllare che non ci siano «colleghi di sfortuna, pronti ad approfittare della valigia incustodita, poi la posa in terra e comincia a spogliarsi. Alza la maglietta e cala i pantaloni, in mezzo alla gente, per lavarsi le mani, le braccia, il torace e così via, senza tralasciare le parti intime. Effettua loperazione con calma, controllando solo di tanto in tanto la sacca, che, per maggiore serenità, custodisce tra i piedi. Sembra non accorgersi degli sguardi prima sorpresi, poi imbarazzati, infine sdegnati dei passanti. Piazza della Pilotta è «casa» sua, ci dorme da tempo, gli sembra normale, quindi, usarne la fontana come bagno. A distanza di poco più di un anno dallinaugurazione ufficiale del nuovo look dellarea, piazza della Pilotta presenta due facce diverse dello stesso degrado: di giorno, malgrado la semi-pedonalizzazione, è una sorta di mega-parcheggio, di notte diventa una casa per senzatetto. A fine febbraio dello scorso anno, dopo circa un anno e mezzo di lavori, il Comune ha festeggiato quello che dal sindaco Walter Veltroni è stato definito limportante «recupero di uno spazio dal grande significato storico», destinato a diventare «luogo dincontro». Daltronde, è proprio quella la funzione storica della zona: sin dal XVI secolo, infatti, adulti e bambini si riunivano qui per prendere parte al gioco della «pilotta»: bisognava colpire una palla con il pugno o una sorta di mestolo in legno e mandarla contro il muro. Diffuso tra il popolo, il gioco piacque ai nobili, che, per praticarlo, fecero realizzare appositi campi. Uno di questi nella piazza allora detta dellOlmo, poi divenuta piazza della Pilotta.
Uno spazio giustamente «recuperato», quindi, che, però, oggi è di nuovo abbandonato.
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