Amaro lo sfogo di Roberto Formigoni, dopo la condanna a sette anni e sei mesi in appello per corruzione. "È stragiusto che nessun altro sia stato condannato - dice al Corriere della sera - perché non abbiamo commesso nessun reato, ma non li ho commessi neanch'io. È un processo a 20 anni di governo virtuoso della Lombardia. Mi hanno condannato al rogo e alla damnatio memoriae".
L'ex governatore della Regione Lombardia prosegue raccontando che gli hanno "sequestrato tutto, sei appartamentini in comproprietà con i miei fratelli e tre utilitarie. A giugno - prosegue - la Corte dei Conti mi ha sequestrato l'intera pensione anche se la pensione è sequestrabile solo per un quinto. Ho fatto ricorso. Era la mia unica fonte di sostentamento. Non ho il vitalizio". E aggiunge: "Come vivo? Ho fatto le vacanze da un amico e vivo in casa con altre persone. Avevo da parte 2000 euro per un viaggio. Li ho messi via. Mi auguro che la Corte decida in fretta".
Al di là dello sfogo personale, per le difficoltà che deve affrontare, ai giudici contesta questo: "Mi si accusa di aver favorito la Maugeri e il San Raffaele con delle delibere di giunta e una legge. Sono tutti atti collegiali e condivisi che hanno coinvolto funzionari, l’assessore alla Sanità e i colleghi di giunta che l’hanno votata. Perché solo Formigoni". E ancora: "Da solo non potevo far nessun atto di spesa. E poi gli atti hanno passato il vaglio di legittimità dell’avvocatura, del Tar, della Corte di Conti, del Consiglio di Stato. La legge sul no profit è stata votata anche dalla sinistra con la sola astensione di Prc perché è una buona legge che risponde ai bisogni della gente".
E quando gli chiedono dei generosi regali dell'imprenditore Pierangelo Daccò, risponde: "Sono andati alla ricerca dei denari facendo rogatorie in tutto il mondo, compresi i paradisi fiscali, chiedendo se ci fosse un solo euro riconducibile a Formigoni, Formigani, Formigni. Non hanno trovato nulla. Allora si sono inventati il concetto di utilità per cui uno scambio amicale è diventato un reato tanto più grave se l’amico è facoltoso e generoso.
Daccò da 30 anni organizzava vacanze con gli amici e per due anni ha invitato anche me".Dalle colonne di Libero, invece, si sfoga con un'amara battuta: "Mi è andata bene che in Italia la legge non prevede la fucilazione, perché altrimenti sarei già davanti a un plotone d'esecuzione".
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