Fornero avverte Pier Luigi: «Riforma anche senza intesa»

Fornero avverte Pier Luigi: «Riforma anche senza intesa»

RomaIl confronto sull’articolo 18 resta incandescente, tra avvertimenti, altolà, fughe in avanti e inviti alla prudenza. Una dialettica fatta di strappi e ricuciture che si è ulteriormente ingarbugliata con l’affondo di Pier Luigi Bersani e la sua minaccia di staccare la spina al provvedimento in assenza di un’intesa con le parti sociali. Il giorno dopo la risposta del ministro del Welfare, Elsa Fornero, è una promessa di fermezza.
«Ho incontrato diverse volte esponenti del Pd e ho detto loro le linee lungo le quali il governo sente il dovere di muoversi» sulla riforma del mercato del lavoro, spiega il ministro. «Non ci sono aut aut. Questo mi aspetto e per questo sto lavorando. Credo che si possa discutere con onestà intellettuale con tutti». Comunque, conclude, se il governo dovesse considerare l’esito della trattativa «non buono, allora si assumerà la responsabilità di andare avanti» anche senza l’accordo con le parti sociali «e il Parlamento si assumerà la responsabilità di dire se appoggia il governo oppure non lo appoggia». Come dire che se passo indietro sarà, dovranno essere le forze politiche a «firmarlo» con il loro voto alle Camere. «Capisco che alcuni possono avere, rispetto a certi temi, sensibilità maggiore - aggiunge - ma credo che il Pd possa appoggiare una buona riforma».
Un richiamo quello alla «buona riforma» che fa scattare la controreplica del segretario del Pd. «Dice bene il ministro Fornero: il Pd appoggerà una buona riforma. Naturalmente la valuteremo confrontandola con le nostre proposte. Quel che ci vuole è un buon accordo perché i mesi difficili che abbiamo davanti devono essere affrontati con il cambiamento, con l’innovazione e con la coesione sociale». La minaccia di «fare da soli» firmata Fornero accende la reazione anche del leader della Cisl, Raffaele Bonanni. «Consiglierei al ministro molta cautela perché al posto della riforma potrebbe verificarsi una controriforma». In ogni caso, aggiunge Bonanni, «la Cisl non abbandonerà mai il tavolo».


In serata, alla fine di una giornata costellata di tensioni, il portavoce del ministro detta una puntualizzazione: «Il ministro non ha parlato di mancato accordo dei partiti, che è tecnicamente indispensabile per votare e quindi varare la riforma del mercato del lavoro in Parlamento». Il ministro, piuttosto, «auspica che il Parlamento possa esprimere il suo consenso su una buona riforma, a prescindere che sia o meno raggiunto un accordo con le parti sociali».

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