Fornero: "Posto fisso? Niente demonizzazioni"

Il ministro del Lavoro, intervistato da SkyTg24, torna sui temi caldi dell'attualità: flessibilità e articolo 18 e respinge al mittente le accuse al governo tecnico

Fornero: "Posto fisso? Niente demonizzazioni"

Il ministro del Lavoro Elsa Fornero, sentito da SkyTg24, torna a parlare delle tematiche di attualità e della riforma del Lavoro, dall'articolo 18 fino alla flessibilità. Non si espone sulla recente sentenza della Cassazione sullo stupro di gruppo e respinge al mittente le accuse rivolte al Governo di cui fa parte, un governo tecnico, "con lo sguardo verso il futuro".

Il ministro del Lavoro torna a parlare di posto fisso, tematica che nei giorni scorsi è stata trattata più volte dal presidente del Consiglio, Mario Monti e ribadisce con forza che "non c'è nessuna demonizzazione" in atto. Un posto di lavoro a vita "resta un'aspirazione per molti", conviene il ministro, ma "se non può essere per tutti, chi accetta la flessibilità, non ne deve pagare i costi".

Il tema è quello già emerso in precedenza, anche nei colloqui con i sindacati. "Se un datore di lavoro trova che la flessibilità è un elemento positivo per ragioni organizzative", sottolinea anche questa volta Fornero "un pò dovrebbe pagare". Insomma la flessibilità deve costare di più. Bisogna rimpere "il meccanismo per cui i lavori flessibili sono anche quelli che costano di meno", spezzare un circolo vizioso in cui le aziende pagano meno una flessibilità che a loro rende di più.

Su questo punto il ministro è molto chiaro, come lo è anche sul tema dei licenziamenti, in particolare in riferimento all'articolo 18, grande tema all'ordine del giorno, che divide - e non poco - governo e parti sociali. "Nessuno mai potrà licenziare per motivi o per cause di discriminazione", dice il ministro del Lavoro. Sarebbe "inaccettabile in qualunque Paese civile". Ma si deve toccare invece il tema della flessibilità in uscita. "Non è probabilmente giusto legare un lavoratore all’impresa in tutte le circostanze", spiega Fornero, che però sostiene la necessità di dare aiuto a chi ha perso il posto di lavoro e l'importanza di una mano tesa che venga "anche dalla stessa impresa che magari l’ha licenziato, a trovare subito, rapidamente un altro posto".

In relazione al lavoro fa capolino anche un accenno alla situazione della Fiat e alle voci che la vorrebbero verso "un'americanizzazione". "Mi dispiace", commenta il ministro del Lavoro, che parla di "una realtà italiana" che però deve necesssariamente "restare una realtà produttiva e non una realtà tenuta in piedi". E sull'ad Sergio Marchionne? "Una Thatcher, molto più di me".

Nella parole del ministro non manca un accenno alla recente sentenza della Cassazione in relazione allo stupro di gruppo, che prevede misure punitive alternative al carcere. Fornero sottolinea con forza la necessità di "contrastare gli atteggiamenti che fanno violenza alle donne", ma evitare di entrare nel merito della questione e di interferire con il lavoro della giustizia. "Oltre alla violenza sulle donne che è ancora molto negli atteggiamenti, bisogna puntare sul lavoro delle donne", aggiunge, "dove si può costruire prospettive per il paese è in particolare sul lavoro delle donne".

In conclusione Fornero dedica qualche parola alle critiche rivolte al governo di cui fa parte, spesso definito un esecutivo di parte. Lo dice chiaramente: "Questo è un governo tecnico. Non è di parte e non vuole favorire una parte o un’altra della società italiana o partiti a cui non è particolarmente legato".

Il che non significa che Monti non debba rendere conto a nessuno: "C’è una maggioranza ma l’esecutivo ha l’ambizione di fare delle politiche per il Paese". E conclude: "Non possiamo fare delle riforme condizionate dall’oggi, dobbiamo gestire un’emergenza, dobbiamo guardare al domani, al futuro, ai giovani".

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