Massimiliano Scafi
da Roma
Voglio le carte sul caso Fortugno, dice Giorgio Napolitano ai magistrati della procura antimafia di Reggio Calabria. E le voglio subito, insiste: fatemi conoscere «la situazione delle indagini» e che cosa è stato fatto «per assicurare alla giustizia i mandanti e gli esecutori». Un anno fa a Locri, davanti a uno dei seggi delle Primarie dellUlivo, fece rumore lomicidio di Francesco Fortugno, Margherita, primario in aspettativa del pronto soccorso dellospedale, vicepresidente del Consiglio regionale, ucciso con cinque colpi di pistola calibro nove. Mesi di polemiche, di accuse, di interrogazioni parlamentari. Ora, accogliendo «le sollecitazioni e le preoccupazioni» della vedova, scende in campo pure il Quirinale. Il capo dello Stato, attraverso la prefettura, vuole chiarezza e aspetta una relazione veloce e dettagliata.
Linchiesta finora ha prodotto diversi arresti. A marzo sono finite in galera nove persone, tutte vicine alla famiglia Cordi: tra loro il presunto killer. A giugno è toccato al caposala dellospedale di Locri, Alessando Marcianò, e a suo figlio Giuseppe, i quali, secondo la procura antimafia di Reggio, hanno ordinato lassassinio. Ma la vedova di Fortugno, Maria Grazia Laganà, eletta nel frattempo alla Camera nelle liste dellUlivo, è convinta che sotto ci sia ben altro e ha chiesto lintervento del Colle. «Bisogna indagare - ha spiegato - in maniera più approfondita. Io credo che un omicidio di questo livello non possa interessare solo una parte della mafia, ritengo che ci sia stato laccordo di quelli che contano nella ndrangheta, certamente con un input politico». La Laganà vuole che le indagini vengano prese in mano dalla procura nazionale antimafia.
Intanto unaltra inchiesta collaterale è stata aperta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, sulla base di alcune interrogazioni presentate da Fortugno nella scorsa legislatura, quando era un consigliere regionale di opposizione. Fortugno denunciava una serie di irregolarità e il presunto sperpero di denaro pubblico nella gestione dellAzienda sanitaria di Locri. Per questi fatti nei giorni scorsi i magistrati di Catanzaro hanno firmato quattro avvisi di garanzia a un ex assessore regionale alla Sanità, a un ex deputato di Forza Italia, al dirigente medico dellospedale e allex commissario straordinario dellazienda. LAsl di Locri attualmente è commissariata, su decreto del governo, per presunte infiltrazioni mafiose. Dopo il delitto Fortugno il governo decise anche linvio a Reggio Calabria, con i poteri di superprefetto, di Luigi De Sena, allora vice capo della polizia.
Che la verità sia comunque ancora lontana lo sostiene pure monsignor Giancarlo Brigantini, vescovo di Locri. «Lo spirito di libertà e Giustizia - scrive in un messaggio per lanniversario dellomicidio - è fortemente contrastato dalla diffusa violenza e dal prevalere degli oscuri voleri dei poteri deviati. È necessario fare memoria delle tante vite spezzate dalla violenza omicida della criminalità organizzata, i tanti, troppi, delitti impuniti.
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