Controcultura

La forza del rock per "Nos amis" e contro le belve

La forza del rock per "Nos amis" e contro le belve

Non ci fossero stati il sangue, la morte, l'orrore di uno dei più terribili atti terroristici che ha colpito l'Europa, quella degli Eagles of Death Metal sarebbe soprattutto la storia di una grande amicizia tra due ragazzi, come ce ne sono tanti, che si ritrovano a dare un senso alla loro esistenza attraverso la musica.

Una storia ambientata in California, a fine anni '90. Jesse Hughes non ha avuto un'infanzia semplice, è fragile e insicuro. Una sera, ai tempi della scuola, è vittima di un atto di bullismo, finché non arriva un tipo biondo, alto, ben piazzato, a tirarlo fuori dai guai: si chiama Josh Homme e il rock comincia già ad averlo in testa. Josh suona nei Kyuss e fonda i Queen of Stone Age, due tra le più importanti realtà stoner che si affacciano al nuovo millennio. Con l'inseparabile amico Jesse mette su gli Eagles of Death Metal, una specie di combo aperto con sonorità più hard dove divertirsi è una necessità.

La storia tragica dei nostri anni ha voluto che quella maledetta sera del 13 novembre 2015 ci fossero proprio loro a Parigi, sul palco del Bataclan: 89 persone uccise tra i loro fan, gente giovane che amava la musica. Massacrate da belve schifose che continuano a imperversare nelle nostre città, aiutati dal dilagante lassismo di alcune forze politiche, quando invece andrebbero combattute senza pietà e con ogni mezzo, come accade durante le guerre.

Nos amis è un intenso documentario sugli EODM prima e dopo il drammatico punto di non ritorno di quel 13 novembre e sul tentativo di ripartire, nonostante tutto, tornando proprio a Parigi nel febbraio successivo, ospiti degli U2 e dell'Olimpia per finire quel maledetto concerto. Diretto da Colin Hanks, passa su Netflix. Non se lo devono perdere gli appassionati di rock, e non solo.

Perché nonostante le lacrime, la rabbia, il dolore terribile, Jesse non ha alcuna voglia di tentare di darsi delle spiegazioni: lui li odia, quei bastardi che hanno colpito il nostro modo di essere, la felicità, la condivisione, le passioni. La loro subcultura di morte contro la civiltà e il diritto al divertimento: se non è una guerra questa... Mai banale, alla giornalista tv che gli chiede un parere sull'America e le armi, risponde piccato che le armi entrano liberamente in Europa, rivendicando almeno il diritto di poterci difendere, vista l'impossibilità a proteggerci.

Perché la musica non è solo il buonismo stucchevole del we are the world, del cancella il debito, del commuoversi per gli sbarchi, dell'assordarci con banalità sui migranti. La musica rock nasce nell'immediato dopoguerra, quando i ragazzi hanno una gran voglia di libertà e la manifestano attraverso il ritmo e il movimento, un fenomeno sociale e di costume che cambia volto a un'epoca intera. A chi suona rock questa libertà risulta inviolabile. In poche parole Hughes ci spiega che bisogna continuare a suonare, sempre più forte, in nome dell'amicizia tra persone che valori ne hanno, a differenza delle belve.

Quella sera di novembre Josh Homme non c'era, impegnato con i QOSA. A febbraio però torna, per Jesse, per la sua gente, nonostante gli sia nato un figlio poche ore prima. E l'abbraccio in cui si sciolgono i due vecchi amici ci dice che sì, si proverà a continuare a vivere. E a suonare rock. A volume alto.

Più forte degli spari di quegli schifosi.

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