Frau Merkel ci ripensa: «Fiducia in Roma»

Angela Merkel tende una mano all’Italia: «Ho fiducia - dice -,che riuscirà a convincere i mercati». A differenza della Grecia, che è «un problema grave»: Atene «deve tagliare il debito». Un’apertura non di poco conto alla vigilia del primo giorno di contrattazioni dopo che la scure di S&P si è abbattuta su mezzo Vecchio Continente, salvando fra i big solamente Berlino. Gli occhi sono infatti puntati sulla reazione dei listini, a partire dalla notte sui mercati asiatici. Non è un caso che sabato il primo ministro, Mario Monti - che venerdì prossimo incontrerà sia la Merkel che il presidente francese Nicolas Sarkozy - si sia riunito con il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, col vice ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, e il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, per pensare ad una rete di protezione in vista dell’apertura di Piazza Affari. Su cui vigila comunque anche la Bce di Mario Draghi che potrebbe riaprire il rubinetto per comprare più titoli di Stato di quanto fatto negli ultimi tempi.
La situazione sul listino milanese rimane, però, molto complessa. Dopo che Standard & Poor’s ha abbattuto di due livelli il giudizio sul nostro debito sovrano, gli analisti temono infatti una «grandinata» di revisioni al ribasso nei confronti delle grandi banche italiane e in genere delle società più strettamente legate allo Stato: a partire dalla Cassa Depositi & Prestiti, Eni o Enel. Tra le Sim milanesi si pensa poi che i grandi fondi saranno costretti a «scaricare» Btp e società del made in Italy perché il profilo di rischio che S&P ha assegnato all’Italia («BBB+») non collima più con le proprie politiche di investimento.
Una situazione non certo idilliaca soprattutto per chi, come Unicredit, è alle prese con un ingente aumento di capitale. Senza contare - sottolinea il direttore investimenti di Schroeders Mario Spreafico - l’incognita delle trattative con Atene e che la bocciatura della Francia rischia di minare la pagella dello stesso Fondo salva Stati. Più cauto il macroeconomista del Credit Suisse, Gabriele Grecchi, che sottolinea come la decisione di S&P fosse ampiamente attesa dal mercato: superata una prima fase di vendite forzate, la situazione dovrebbe quindi distendersi. Centrale sarà anche il viaggio a Londra di Monti per riconquistare la fiducia della City.
Tornando a Berlino, intervistata dalla radio tedesca, Frau Merkel ha mostrato un chiaro apprezzamento per gli sforzi compiuti dall’Italia, che ha varato un piano di riforme «considerevole». La Cancelliera riconosce come nel 2013 l’Italia arriverà, secondo quanto previsto, «al pareggio di bilancio, quindi a un deficit pari a zero. Questo noi in Germania non riusciremo a farlo». Per questa ragione «è necessario che ogni Paese, anche la Germania, porti avanti le proprie riforme, per adeguarsi alla nuova situazione». Apprezzamento anche per il premier spagnolo, Mariano Rajoy, che porta avanti quanto avviato dal predecessore Zapatero.
Storia diversa invece per la Grecia che rappresenta un «grave problema ed il cui debito non è attualmente sostenibile».

La rinegoziazione in atto potrebbe restituire agli investitori la metà di quanto inizialmente versato, anche se S&P sabato stimava appena il 30 per cento. E gli esperti di Blackrock hannolanciato un nuovo allarme: alle banche greche mancherebbero altri 15 miliardi per far fronte alle perdite su crediti e rispettare le richieste della Banca centrale.

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