Anche le crisi industriali possono diventare unopportunità. Un esempio viene dalla Toscana. I frigoriferi di bassa gamma prodotti a Scandicci (Firenze) dalla svedese Electrolux, uno dei leader mondiali degli elettrodomestici nel mondo, hanno progressivamente perso mercato inducendo il gruppo a decidere di chiudere e di trasferire le linee. Ma a Scandicci è nato un caso esemplare di riconversione: Electrolux ha bandito una gara internazionale per il riutilizzo dellimpianto, con la condizione di riassumere la stessa manodopera; posta in gioco, la proprietà dello stabilimento, messa a disposizione dagli svedesi. La selezione è stata lunga (oltre 200 proposte), e alla fine ha vinto unimpresa che produrrà pannelli solari. Da un prodotto maturo, a un prodotto di punta. È così che si guarda avanti; e in questo caso la sintonia tra impresa, lavoratori, sindacati, istituzioni, partiti politici è stata esemplare.
Per qualche mese dalla fabbrica usciranno sia frigoriferi che pannelli, in attesa dei definitivi trasferimenti. Poi i secondi si sostituiranno completamente ai primi. Con l'estate la reindustrializzazione sarà completata. Gli operai passeranno dai compressori e dai portelloni coibentati, alle cellule termiche e fotovoltaiche: 370 su 430 saranno riassunti, gli altri hanno ottenuto incentivi alluscita. La fabbrica transiterà da un bilancio in profondo rosso, che ne ha decretato il nuovo destino, a un futuro tecnologico ricco di prospettive. È la storia a lieto fine di una riconversione industriale «in stile svedese», e cioè di forte respiro sociale ma senza la rinuncia al principio cardine del capitalismo, ovvero al profitto. La conclusione vede tutti soddisfatti: Electrolux, che può procedere con il suo piano di trasferimento della produzione di frigoriferi; il sindacato, che ha ottenuto la riqualificazione e la riassunzione di gran parte dei dipendenti dello stabilimento, i quali continueranno l'attività allo stesso salario e con una garanzia del posto per tre anni; infine, un terzo soggetto, la new entry Energia Futura, appartenente al fondo anglo-americano Mercatech, che proprio in queste settimane comincerà la produzione nello stabilimento di Scandicci.
La storia, come tutte, s'inquadra in una cornice più ampia e lontana. Ormai globale. Che si chiama crisi del frigorifero, il più povero degli elettrodomestici bianchi, il più esposto alla concorrenza aggressiva dei Paesi low-cost. Il frigorifero è, in sostanza, uno scatolone di lamiera arricchito da un compressore; fabbricarlo è facile e poco costoso, così progressivamente Paesi come Turchia o Corea hanno dato spallate ai fabbricanti tradizionali, tra i quali è sempre stato indiscusso il primato degli italiani. LItalia in 5 anni - tra il 2002 e il 2007 - ha quasi dimezzato la produzione, passando da 10 milioni di pezzi a 6,4. Nel 2002 l'Italia deteneva il 36% della produzione europea del freddo, 5 anni dopo la sua quota era scesa al 20%. Un declino inarrestabile.
Scandicci sarà «un polo dell'energia alternativa e un centro d'eccellenza legato a ricerca e sviluppo per le energie rinnovabili» assicura Massimo Fojanesi, ad di Energia Futura.
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